21 settembre 2016, XXIIIa giornata mondiale dell'Alzheimer

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20 Settembre 2016
Consegnati i 25 assegni per la ricerca

LA RICERCA PARLA FEMMINILE E RIPORTA CERVELLI IN ITALIA

25 assegni di ricerca (per un valore complessivo di 600.000 euro all’anno per tre anni) a giovani ricercatori grazie alla partnership di AIRAlzh Onlus e COOP

Roma, 20 settembre 2016 – La ricerca sull'Alzheimer parla femminile e riporta cervelli in Italia. E' quanto emerge dal profilo dei 25 vincitori di altrettanti assegni di ricerca annuali banditi dall'Università degli Studi di Firenze –capofila rispetto ad una rete, appositamente costituita, di oltre 20 Università e Centri di Ricerca d’eccellenza del nostro Paese. E’ il risultato della campagna promossa da Coop, prima insegna della grande distribuzione in Italia e al tempo stesso una grande organizzazione di consumatori con oltre 8 milioni e mezzo di soci,  a favore di AIRAlzh – Associazione Italiana Ricerca Alzheimer, onlus recentemente costituita che si propone di diventare punto di riferimento nel nostro Paese per il sostegno alla ricerca sulle patologie neurodegenerative. Patologie che complessivamente affliggono in Italia oltre un milione e 200 mila persone e sono state indicate dall'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) come l'emergenza sociosanitaria del XXI secolo.

Dei 25 progetti di ricerca premiati quest'anno (per un valore complessivo annuo di 600.000 euro, che significherà 1 milione e 800 mila euro nel triennio di durata del progetto) sono ben 23 quelli che portano una firma femminile. Tra loro anche 3 ricercatrici che grazie all'assegno AIRAlzh-Coop hanno potuto rientrare o preferire l'Italia rispetto all'estero. Un piccolissimo ma emblematico segnale in controtendenza rispetto alla deprecata fuga dei cervelli.

 

L'iniziativa – presentata nel corso di una conferenza stampa presso il Ministero dell'Istruzione, dell’Università e della Ricerca a Roma– prende le mosse dall'interesse e l'impegno che accomuna AIRAlzh e Coop in relazione all'influenza degli stili di vita e delle abitudini alimentari sulla malattia di Alzheimer e le altre forme di demenza. Spiega infatti il professor Sandro Sorbi, uno dei maggiori ricercatori italiani nel settore e presidente di AIRAlzh, che «esiste una relazione, confermata da numerosi studi, tra l’azione dei fattori ambientali e lo stile di vita e la possibilità di modificare il rischio di ammalarsi per malattia di Alzheimer». Un obiettivo considerato «ragionevole e possibile». E che ha perciò destato l'attenzione e la disponibilità di Coop a partire da «l'educazione e la consapevolezza dei consumi – come spiega il presidente di Ancc-Coop, Stefano Bassi – perché gli stili di vita e l’alimentazione si stanno rivelando sempre più importanti per la prevenzione di molte patologie e perché crediamo che la ricerca sia l’elemento fondamentale per contrastare una malattia ancora oggi così insidiosa. E questa consapevolezza è rafforzata da una vasta azione di informazione e divulgazione, promossa dalle Sezioni Soci grazie all’impegno di centinaia di soci volontari, quotidianamente impegnati nel sociale sui territori dove Coop opera».

Contraddistinta dallo slogan «Non ti scordar di te», la campagna AIRAlzh-Coop verte sul contributo dato da soci e consumatori attraverso l'acquisto di specifici prodotti appositamente segnalati fino alla fine dell'anno. Dalla metà di aprile i prodotti interessati sono stati le piante aromatiche (salvia, rosmarino e basilico), il tonno Coop, le cassette di albicocche. Attualmente sono sugli scaffali in occasione della XXIII° giornata mondiale dell'Alzheimer (21 settembre) le piantine di erica, scelte come simbolo della campagna per il colore viola della loro infiorescenza, colore che nel mondo identifica appunto le iniziative su queste patologie. A seguire l’uva, l'acqua minerale Coop, la cassetta di mele e l’olio extravergine di oliva bio Vivi Verde. «I primi risultati ci fanno capire quanto alta sia la sensibilità rispetto a queste patologie –  spiega la direttrice generale di Coop Italia, Maura Latini – Abbiamo chiesto la collaborazione di fornitori e soci e i risultati sono stati superiori alle nostre aspettative; in alcuni casi fino al raddoppio dell’obiettivo. Ad esempio la promozione delle albicocche ha visto una vendita del +131% rispetto al pari periodo dell’anno scorso”.

 

L'Alzheimer e le altre forme di demenza, del resto, affliggono in Italia oltre 1 milione e 200 mila persone, che si calcola supereranno il milione e 600 mila nel 2030 e i 2 milioni e 200 mila nel 2050. La stragrande maggioranza dei casi di Alzheimer sono over 65. Si stima che l'incidenza raddoppi ogni 5 anni; mentre dagli 85 anni il rischio sfiora il 50%. Il fatto che l'età rappresenti il principale fattore di rischio pone l'Italia – seconda solo al Giappone per aspettativa di vita – tra i Paesi più esposti all'allarme, prospettando costi umani e sociali in continua crescita. Nel mondo la spesa ha superato gli 800 miliardi di dollari, che si prevede raggiungeranno i mille miliardi nel 2018 (a titolo di paragone la spesa per il cancro ammonta a circa 900 miliardi di dollari l'anno e quella per le malattie cardiovascolari a 720 miliardi). In Italia si calcola che una persona malata di demenza costi circa 22 mila euro l'anno per famiglia, e recenti studi rilevano che nel 50% dei casi uno dei famigliari è costretto a lasciare anzitempo il lavoro, per assistere un congiunto malato. Data la vita media degli affetti da Alzheimer e il loro numero, si valuta che nell’arco di un ventennio una famiglia su 4 avrà un parente ammalato.

 

Da quest'anno la partnership tra AIRAlzh/Coop – che ha visto anche un contributo straordinario di Coop per lo sviluppo territoriale dell’Associazione -  «ha permesso di finanziare una rete di 25 progetti proposti da giovani scienziati Italiani che svolgeranno le loro ricerche in altrettanti sedi universitarie distribuite su tutto il territorio nazionale, da Catania a Trieste», continua il professor Sorbi. Il finanziamento 2016 si è focalizzato in particolare sui fattori di rischio – con particolare riguardo all'influenza degli stili di vita e delle abitudini alimentari –, la diagnosi precoce e sui biomarcatori. Grazie poi al supporto organizzativo fornito dall’Università di Firenze per l’espletamento del concorso «è stato possibile gestire l’utilizzo dei fondi raccolti in modo particolarmente efficiente», conclude il professor Sorbi.

  

Comunicato  Ufficio Stampa ANCC