Aprile 2021. L'intervento del direttore Soci e Comunicazione

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1 Aprile 2021
di Massimo Favilli

Articolo pubblicato su NuovoConsumo del mese di aprile 2021

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Uganda, febbraio 2021: un paese lontano grazie al virtuale diventa vicino, reale, così reale da toccarlo con mano. È accaduto grazie al “viaggio” organizzato dalla Fondazione AVSI e fatto in compagnia di un centinaio di nostri soci.

Un viaggio ricco di emozioni per conoscere, per vedere i volti di bambini e bambine che Unicoop Tirreno sostiene a distanza da anni. Gli stati, le associazioni, le singole persone, tutti spinti dalla pandemia, hanno adattato il loro modo di comunicare, aggiornandolo, innanzitutto con le risorse della rete: lavoro a distanza, spesa a distanza, relazioni a distanza. E anche solidarietà a distanza, per stare comunque vicini a chi ha bisogno. E così ha fatto Coop da subito, anche per tenere vive le attività sociali, permettendo ai soci attivi di svolgere il loro ruolo di legame con i territori, con i cittadini e le comunità. In questo momento legame più necessario che mai.
È proprio il caso di dire “meraviglie della tecnologia”, quella tecnologia che ci ha permesso un viaggio virtuale e insieme toccante, in diretta da Kampala. Qui ci siamo incamminati per le strade dello slum di Kireka, abbiamo visitato alcune scuole e fatto l’incontro con studenti e insegnanti. Imelda si chiamava la nostra guida, una bambina dei 171 che Unicoop Tirreno sostiene nel percorso di studi; lei ci ha aperto le porte di uno dei più grandi slum della capitale ugandese; qui abbiamo conosciuto la sua mamma e i suoi fratelli. E poi Imelda ci ha aperto il suo cuore: sono usciti fuori tutti i sogni di una bambina che a 11 anni sa già quanto è dura la vita. Altri compagni di viaggio si sono aggiunti... l’insegnante Joseph che ci ha parlato dell’educazione ricevuta dai ragazzi in questa scuola non legata solo alla didattica, ma anche alla loro crescita come persone; poi è apparso il volto di Hanifa, che solo grazie all’aiuto di AVSI si è curata e ha dato un futuro ai suoi figli con l’inserimento nella scuola. Sono bastate un paio d’ore e un po’ di tecnologia per toccare con mano che è davvero possibile cambiare la vita di molte persone, con un piccolo gesto, come quello che tanti soci donatori fanno ormai da anni.

Emozione palpabile, quella che traspariva dagli occhi appiccicati allo schermo e dalle parole che arrivavano dalla lontana Uganda e, qui, dall’Italia.

Tutti vicini seppure a una distanza di 5mila km, con la sensazione di pienezza che ti dà sempre il dedicarti agli altri.

E così il tempo della propria vita è come se raddoppiasse.

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