L’eco dell’ultima campanella, i libri aperti sul ripasso conclusivo, l’adrenalina del colloquio finale in circolo. L’esame di maturità è arrivato puntuale a chiudere un ciclo e tra poco non resta che pensare alle vacanze. Anzi, alla vacanza: quel viaggio post diploma che per tanti ex studenti è rimasto nella memoria come un’esperienza unica ma che oggi pare aver smarrito quel fascino che ne faceva un’avventura indimenticabile.
Diario di viaggio
«Rispetto al passato c’è stato un cambiamento radicale del significato generale del viaggio – spiega Angela Mongelli, docente di sociologia dei processi culturali all’Università di Bari –. Fino a una trentina di anni fa era percepito come un progetto, un pensarsi dentro un percorso alla ricerca di sé. Il viaggio così inteso era un momento formativo fondamentale». Un aspetto che oggi si fatica a ritrovare, in parte anche a causa di quei mutamenti che hanno prodotto la società liquida in cui anche la portata educativa del viaggio è stata annacquata. «Ecco perché oggi molti ragazzi, ma anche molti adulti, partono solo per partire, seguendo itinerari sempre più turistici e impersonali», sottolinea Mongelli. Quasi un errare, come se la meta non avesse importanza, con il principale interesse a stare dove stanno gli altri, a fare aggregazione ma senza costruire vere relazioni. «Da esperienza reale il viaggio si è trasformato in un evento soprattutto virtuale: dalla pianificazione on line, appannaggio dei più giovani, alla ricerca di quello che va più di moda e che spesso prevale su ciò che attiene ai singoli interessi reali».
Motore di ricerca
E così il mitico viaggio di maturità da rito di passaggio al mondo adulto sembra essersi trasformato piuttosto in occasione collettiva di allontanamento da sé. «A differenza di viaggiatori mitici quali Ulisse o Cristoforo Colombo, per i quali la partenza rappresentava la possibilità di scoprire, insieme a luoghi nuovi, anche se stessi per poter così tornare a casa più consapevoli – sottolinea la docente –, chi parte oggi spesso vive un ritorno doloroso, senza un valore aggiunto, spesso preludio di un nuovo viaggio senza scopo». Come far sì allora che il viaggio post diploma diventi davvero l’occasione per riscoprire il significato più profondo dell’esplorazione fuori e dentro di sé? «Tornando a progettare il proprio andare – suggerisce Mongelli – con un occhio alle passioni che abbiamo affinché il viaggio possa essere davvero un’avventura unica». Un po’ come facevano gli antichi pellegrini: gente che seguiva un itinerario fatto di tappe che da sole erano già un’esperienza. In giro per ostelli zaino in spalla, in campeggio, b&b o in hotel poco importa. L’importante è togliersi metaforicamente gli abiti del turista distratto e vestire quelli dell’esploratore attento. Questo il criterio vincente per attraversare nel modo migliore l’inevitabile spartiacque tra il ragazzo che è partito e l’adulto in procinto di tornare.
Pronti, partenza, via!
Isola di Pag in Croazia, ma anche le greche Mykonos, Corfù, Kos e Santorini.
E ancora Ibiza o Malta. Anche per questa estate 2016 le mete estere
più gettonate dai siti specializzati in viaggi post diploma si caratterizzano per un’offerta low cost
basata su sole, mare e divertimento notturno. In Italia le destinazioni più modaiole
restano la riviera romagnola, il Salento e la Sardegna,
ma lungo lo Stivale non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Per farsi un’idea: www.lemonade.partytrip.com e www.scuolazooviaggi.com.