Bene allevati

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1 Giugno 2017
Migliorare le condizioni di allevamento di milioni di faraone, capponi, galline, galletti, polli, per ridurre o eliminare l’uso di antibiotici. Ma è solo la prima fase della nuova campagna di Coop Alleviamo la salute che il prossimo anno coinvolgerà, in modo graduale, anche le filiere di bovini e suini. Allora occhio all’etichetta Allevato senza uso di antibiotici, perché la nostra salute dipende anche da quella degli animali
di Dario Guidi

Èun progetto che complessivamente arriverà a riguardare 14 milioni di animali. Si comincia con faraone, capponi, galline, galletti e polli, allevati – e poi messi in vendita – senza l’uso di antibiotici. E questa è solo la prima fase della nuova grande campagna, Alleviamo la salute, che Coop ha lanciato da poche settimane e che dal 2018 riguarderà progressivamente anche le filiere dei bovini e dei suini arrivando così a coinvolgere 1.600 allevamenti in tutta Italia.

Motivi di salute
Nell’era in cui l’attenzione alla qualità di ciò che mangiamo è, giustamente, in costante aumento Coop ha deciso di lanciare una sfida che si può definire olistica, nel senso che mira a tenere insieme le richieste e le aspettative non solo dei consumatori e dei cittadini, ma anche il benessere degli animali, i problemi di salute pubblica e chiama a svolgere un ruolo importante anche agricoltori e allevatori. In sostanza una sfida che vuole contribuire a far fare un salto in avanti a un’intera filiera, quella delle carni,che deve essere capace di fronteggiare le sfide e i cambiamenti già in atto. «La nostra campagna – spiega il presidente di Coop Italia, Marco Pedroni – parte da un tema di salute pubblica di grande importanza, come quello dell’antibiotico resistenza (vedi L’intervista sotto, ndr), rispetto al quale governi e istituzioni, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno da tempo lanciato un allarme e chiesto di attivare azioni di contrasto, considerato che ogni anno questo problema causa 700mila morti nel mondo. Abbiamo costruito un progetto che procederà gradualmente centrato su un’idea semplice: migliorando le condizioni di allevamento si ridurranno le malattie degli animali e quindi, da un lato, si potrà abbattere l’uso di antibiotici e, dall’altro, avremo prodotti migliori per i consumatori – chiarisce Pedroni –. Vogliamo offrire alle persone risposte trasparenti e speriamo che questo sia di stimolo per altri soggetti così da garantire un passo avanti dell’intera comunità». Ma cosa vuol dire mettere in vendita carni e uova senza antibiotici o comunque porsi l’obiettivo di ridurre l’uso di queste sostanze?

Il piacere della carne
Nella campagna di Coop non c’è alcuna intenzione di demonizzare un medicinale che ha contribuito a sconfiggere tante malattie e che, quando serve, occorre ancora usare in maniera razionale e mirata (sia tra gli uomini che tra gli animali). Il punto è prevenire, cioè costruire condizioni negli allevamenti che riducano il rischio di contrarre malattie. Ovvio che si parli quindi di benessere animale, di igiene e di buone pratiche da introdurre e diffondere. «Questi sono temi su cui siamo impegnati da anni come Coop e sui quali abbiamo ottenuto già importanti risultati – sottolinea Maura Latini, direttore generale di Coop Italia –. Ora si apre una fase nuova, rispetto alla quale abbiamo bisogno della disponibilità e della passione dei nostri fornitori e degli allevatori. Abbiamo alzato l’asticella e sappiamo che migliorare la qualità di vita degli animali non è un cambiamento a costo zero.

Per questo serve una collaborazione forte e la convinzione che comunque questa sia la strada che può far scattare un cambio di paradigma che è nell’interesse stesso dei produttori. Come Coop siamo convinti che la ricetta vincente sia quella di offrire prodotti buoni, sani e sicuri a un prezzo giusto», rimarca Latini la posizione di Coop. Commenti positivi alla campagna arrivano da Maurizio Martina, ministro dell’agricoltura: «Come Governo non possiamo che dare il nostro sostegno a tutte quelle buone pratiche che vanno nella direzione da noi auspicata di un sistema agroalimentare virtuoso. Anzi – aggiunge – la speranza è che altri decidano di seguire Coop dando vita a una sana competizione. Il tema del benessere animale sarà sempre più centrale anche per il rapporto col cittadino- consumatore, che deve essere informato in modo chiaro e trasparente. Più informazione e più qualità ci saranno e più tutele daremo anche al reddito dei produttori».

Su un tema importante e delicato come quello dell’antibiotico resistenza quello che conta più di tutto è mettere in campo azioni virtuose che possano contribuire ad avviare un cambiamento necessario per contrastarla e su questo tanto il Governo quanto l’Unione europea e l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono da tempo mobilitate. Che Coop si impegni in questo senso è un’ulteriore conferma della sua attenzione e della sua volontà di portare avanti un modello virtuoso che vuole tenere insieme gli interessi dei consumatori con quello dei produttori per far fare un passo avanti all’insieme del sistema agroalimentare. Sono parole del ministro dell’agricoltura Maurizio Martina, intervenuto alla presentazione della campagna Coop Alleviamo la salute.

Facciamo appello
Una ventina di associazioni hanno chiesto al Governo di intervenire contro l’abuso di antibiotici. Legambiente, Ciwf Italia, Aiab, Altroconsumo, Arci, Cgil, Cittadinanzattiva, Comuni Virtuosi, FederBio, Federazione Italiana Media Ambientali, Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Fondazione Sviluppo Sostenibile, Fondazione Univerde, Greenpeace Italia, Libera, Lipu, Marevivo, Movimento Difesa del Cittadino, Slow Food Italia, Unione degli Studenti, Wwf hanno sottoscritto nei mesi scorsi un appello al Governo italiano per sollecitare impegni e interventi proprio a fronte dell’uso e abuso degli antibiotici. “L’Italia – scrivono le associazioni – all’interno dei Paesi Ue è il terzo più grande utilizzatore di antibiotici negli allevamenti, con la situazione più critica negli allevamenti intensivi: il 71% degli antibiotici venduti in Italia va agli animali d’allevamento e il 94% di questi trattamenti è di massa. Questa modalità di utilizzo degli antibiotici è la condizione a più alto rischio per la nascita di super batteri che dagli allevamenti possono raggiungere le persone e farle ammalare, contribuendo a far salire il numero di morti per antibiotico resistenza. La strada maestra per contrastare l’antibiotico resistenza è far ridurre significativamente il consumo di antibiotici». ‘‘

Circolo virtuoso
In aperta campagna dunque... La nuova etichetta Allevato senza uso di antibiotici è, infatti, già presente da alcuni mesi sulle confezioni di cinque prodotti della linea Fior fiore (faraona, cappone, grangallo, galletto livornese e pollo all’aperto).

In questi giorni arriva poi la linea di pollo Coop Allevato senza uso di antibiotici assieme alle uova da galline allevate a terra e in gastronomia al pollo Fior fiore. Poi il progetto si sposterà progressivamente sulle filiere del bovino e del suino. Ma un punto deve essere chiaro: eliminare del tutto l’uso degli antibiotici è impossibile perché, quando un animale si ammala, deve essere curato e quell’animale sarà destinato ad altre linee che non possono vantare il marchio “senza antibiotici”. «Gli obiettivi che ci siamo posti con questa campagna – precisa Stefano Bassi, presidente di Ancc-Coop – vanno al di là del semplice rispetto delle leggi e dei regolamenti. Si tratta di introdurre comportamenti virtuosi, con la massima attenzione al consumatore, per consentirgli scelte informate e consapevoli. Non a caso stiamo lavorando per creare già dai prossimi mesi un circuito di “allevamenti aperti” che i soci Coop potranno visitare per vedere direttamente cosa significano i progetti che stiamo portando avanti ». Altra cosa che Coop ha chiesto ai propri fornitori è di installare telecamere negli allevamenti e nei macelli, per introdurre e diffondere anche in Italia una prassi già comune all’este-ro. «La Grande Distribuzione ha un ruolo fondamentale nella selezione dei fornitori e nel chiedere la puntuale applicazione delle regole e quindi nel responsabilizzare gli operatori della filiera. Ciò vale a maggior ragione quando si propongono disciplinari rigorosi che puntano a migliorare la salute e il benessere e quindi a ridurre l’utilizzo degli antibiotici – evidenzia il valore di una campagna come quella di Coop Bartolomeo Biolatti, presidente della Società italiana scienze veterinarie –. Un secondo importante ruolo è quello di sensibilizzare e informare il consumatore che, a sua volta, con le sue scelte potrà influenzare e orientare la produzione primaria». Quello che si dice un circolo virtuoso.

Usi e abusi 
BiolattiDel corretto uso degli antibiotici per la salute degli uomini e degli animali parliamo con Bartolomeo Biolatti, presidente della Società italiana scienze veterinarie.
Professor Biolatti, cominciamo con lo spiegare cosa sono gli antibiotici e cosa è l’antibiotico resistenza.
«Gli antibiotici sono farmaci destinati a uccidere o inibire la crescita dei batteri. Una scoperta straordinaria che negli ultimi 60 anni ha consentito di salvare milioni di vite umane e animali. Dunque uno strumento importante che dobbiamo continuare a usare bene proprio perché ne avremo bisogno anche in futuro. Il problema è che a fianco di questi effetti positivi e desiderati, ci sono anche quelli indesiderati, come appunto l’antibiotico resistenza: i batteri pian piano si adattano e riescono a resistere al farmaco rendendolo così inutile. Sia chiaro che l’antibiotico resistenza esiste da centinaia di anni, ma ora le cose stanno cambiando».
Quali sono i problemi che oggi dobbiamo affrontare quando parliamo di antibiotico resistenza?
«Il problema deriva dall’uso sempre più esteso che si fa degli antibiotici, un uso che non è sempre appropriato e a volte eccessivo, sia tra gli uomini che tra gli animali. Questo fa sì che la capacità di resistenza dei batteri aumenti e che questa resistenza possa passare tra animali e uomo. E c’è una tendenza preoccupante nell’evoluzione del fenomeno: oggi in Europa sono stimate 23mila morti all’anno, dovute all’antibiotico resistenza, ma in proiel’intervista zione questo fenomeno diventerà la prima causa di morte, più dei tumori».
In campo zootenico che uso si fa degli antibiotici?
«Così come per gli umani l’antibiotico serve a prevenire e curare le infezioni batteriche. Sino al 2006 – ma ora in Europa la pratica è proibita – si usavano questi farmaci per favorire la crescita degli animali. Oggi il punto non è di bandirli, ma di usarli solo quando davvero servono. Se c’è un problema di scarsa igiene non lo si può risolvere per via farmacologica, ma migliorando le condizioni dell’allevamento. Le statistiche europee dimostrano che più si usano antibiotici più aumentano le forme di resistenza. Non a caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità e altri soggetti hanno dato indicazioni precise che tutti dovrebbero seguire».
Che cosa dicono queste indicazioni?
«Intanto ci deve essere una visione che tenga conto dell’insieme dei problemi: la buona salute dell’uomo è legata a quella degli animali e viceversa. Per questo, cosa che in Europa si fa già da 15 anni, sono stati definiti piani per una corretta gestione nell’uso degli antibiotici. Questi piani invitano a un uso appropriato dei farmaci, a puntare sulla prevenzione mediante buone pratiche di allevamento ed elevati livelli di bio sicurezza, a collaborare tra paesi e migliorare le forme di monitoraggio. Poi c’è anche un invito che riguarda la necessità di rilanciare la ricerca. Nel senso che occorre anche sviluppare farmaci nuovi, cosa che negli ultimi anni è stata fatta troppo poco. Infine serve più informazione, più consapevolezza tra gli addetti del settore zootecnico e anche tra i consumatori».

Pacchetto benessere 
Quello di Coop per il benessere animale: un impegno che dura da anni. Con azioni concrete volte a migliorare le condizioni degli animali nelle loro filiere zootecniche, Coop è impegnata da anni sul fronte del benessere animale. A dimostrarlo il Premio Leader Europeo 2012, assegnatole da Compassion in World Farming, la maggiore organizzazione internazionale per il benessere degli animali di allevamento, per essere la catena di supermercati leader in Italia che si è maggiormente distinta nell’attivare politiche di miglioramento del benessere degli animali. L’impegno di Coop è massimo nei prodotti a marchio e in particolare per quelle categorie dove per avere le più alte garanzie possibili serve un controllo su tutta la filiera. Si va dalla scelta di utilizzare mangimi senza ogm al mettere in vendita solo uova provenienti da galline allevate a terra, dagli alimenti per animali domestici realizzati cruelty free (cioè senza produrre sofferenze in tutto il ciclo della loro lavorazione) allo stordimento preventivo degli animali prima della macellazione. Ma l’impegno di Coop non si è limitato al prodotto a marchio. A fronte delle condizioni inaccettabili di allevamento degli animali da pelliccia, nei paesi dove spesso non esistono norme che li tutelino, e sulla base di quanto documentato dalla Lega Antivivisezione, Coop già dal febbraio 2006 ha deciso di escludere completamente dalla vendita le pellicce naturali, richiedendo inoltre dichiarazioni specifiche di conformità e di provenienza delle pelli. Inoltre dal 2012 tutti i prodotti tessili venduti in Coop, sia d’abbigliamento che di tessile casa, sono privi di piume d’oca o anatra e tutta la lana presente è comunque ottenuta escludendo pratiche dolorose come, ad esempio, il mulesing, eseguito soprattutto negli allevamenti di lana merino e che comporta per le pecore il taglio della coda e la rimozione di porzione di cute senza anestesia. Un altro esempio virtuoso riguarda il foie gras di cui, da ottobre 2012, Coop ha deciso di eliminare la vendita dall’assortimento perché ottenuto dall’alimentazione forzata di oche e anatre. E ancora: nel 2010 Coop ha deciso di vendere solo uova da galline allevate a terra, estendendo a tutto l’assortimento quanto già attuato per le uova a marchio Coop nel 2003. Un impegno che si sta estendendo progressivamente anche ai prodotti a marchio in cui l’uovo costituisce un ingrediente significativo. Oggi vengono già utilizzate uova da galline ovaiole allevate a terra nei diversi formati di maionese e sulla linea di salse e nelle paste fresche all’uovo. Per questo nell’ottobre 2010 è stato assegnato a Coop da Ciwf il Premio Internazionale Good Egg.