In buona compagnia

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23 Dicembre 2017
Meglio soli che male accompagnati? I cibi e la loro giusta combinazione nel piatto. Sarà vero dilemma?
di Ersilia Troiano

Prosciutto e melone, bistecca con patate, spezzatino di carne con patate e carciofi: solo alcuni degli abbinamenti da evitare. E, ancora, i cibi proteici non vanno mischiati con i cibi amidacei, così come zucchero e frutta con quest’ultimi. Tutte regole sulla cosiddetta compatibilità dei cibi e sulle combinazioni alimentari che è possibile trovare in rete. Peccato che tra le indicazioni della scienza della nutrizione, quella ufficiale, fatta di studi, di prove e di fatti, non si trovi traccia di tutto ciò.

In piena regola
Dalla dieta del “gruppo sanguigno” a quella “dissociata”, numerose e ingegnose sono le elaborazioni di questa teoria, alla base della quale c’è il principio che l’organismo non riesce a digerire contemporaneamente proteine e carboidrati o le altre combinazioni “vietate” e che questo affatichi il corpo e soprattutto sia la causa di mancato dimagrimento. Diciamo pure, senza paura di smentite, che partendo da giusti principi di fisiologia, ovvero dal funzionamento della digestione, queste teorie piuttosto curiose sono tutte da dimostrare. Niente regole, dunque, per combinare gli alimenti? L’unica regola di cui tenere conto quando si parla di combinazioni degli alimenti è l’equilibrio nutrizionale del pasto e della giornata, nonché dell’alimentazione nella sua globalità, cioè la giusta quantità di nutrienti raccomandata dalle Linee Guida.

Che combinazione!
Tradotto in alimenti: una dieta a base prevalente di cereali, anche integrali, senza eccessi di grassi e condimenti e un consumo sobrio di fonti proteiche vegetali e animali. Gli alimenti vanno, sì, scelti e abbinati, ma in un’ottica di armonica compensazione dei nutrienti, con particolare attenzione a quelli con un provato impatto positivo sulla salute come, ad esempio, verdure, legumi, aromi, spezie ed erbe aromatiche. In tal senso, le minestre di legumi e cereali, così come i piatti unici semplici e poco elaborati o, ancora, gli abbinamenti di carne o pesce con patate possono rappresentare un esempio di equilibrio da non accompagnare con il pane ma con contorni colorati di verdure, conditi con poco olio. E la frutta? Non va consumata dopo i pasti solo se si soffre di digestione lenta, perché la sua elevata quantità d’acqua rischia di rallentarla ulteriormente. In tutti gli altri casi rappresenta un ottimo e tradizionale chiudi-pasto, di certo da preferire a dolci o dessert.

Conditi per le feste
Piccoli aggiustamenti e un pizzico di misura sulla tavola delle feste.
Per limitare i danni...

La tavola delle feste si presta poco a rappresentare il concetto di equilibrio nutrizionale: molti piatti, per lo più ricchi ed elaborati, fine pasto con dolci o frutta secca. Senza rinunciare alla tradizione, si può ricercare l’equilibro assaggiando “di tutto un po’”, alleggerendo i pasti precedenti e successivi senza, tuttavia, saltarli. Di sicuro si può tagliare qualcosa, a partire dagli antipasti (olive, salatini, salumi) alle aggiunte come il pane o i prodotti da forno (crostini, grissini ecc.) così come, per la salute oltre che per la linea, meglio limitare il più possibile il consumo di bevande alcoliche e superalcoliche. Soprattutto, va fatta molta attenzione ai fuoripasto, da evitare in questo periodo anche di più che nel resto dell’anno.