Cantina di Pitigliano. Tutta la vite davanti

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10 Ottobre 2022
Da terreni tufacei la peculiarietà dei vini della Cantina di Pitigliano, dove la viticoltura ha origini antiche.

Articolo pubblicato su NuovoConsumo del mese di ottobre 2022

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di Olivia Bongianni

Incastonato in uno sperone di tufo, a circa 300 metri di altitudine, sorge un piccolo gioiello che ha bisogno di poche presentazioni: il borgo di Pitigliano. Siamo in provincia di Grosseto, nell’area del tufo, affascinante scorcio della Maremma toscana che deve questa peculiare caratteristica a una remota eruzione vulcanica del monte Amiata.

Ne fanno parte anche Sorano e Sovana, quest’ultima scrigno di origine etrusca che conserva oggi un’importante necropoli, patrimonio di quella fiorente civiltà. A pochi chilometri di distanza le preziose acque termali di Saturnia.

Per vocazione

Questa zona vanta una lunghissima tradizione per quanto riguarda la viticoltura, parte integrante dell’essenza e della storia del territorio, che per le sue caratteristiche ad essa si presta bene. Le origini sono antichissime, con testimonianze di coltivazione della vite in epoche etrusca, greca e romana. È qui che nasce, nel 1954, la società agricola Cantina cooperativa di Pitigliano. «Il nostro territorio è da sempre vocato alla coltura della vite e dell’olivo – conferma il presidente Moreno Felici –.

Negli anni Sessanta è stata rilasciata la Doc Bianco di Pitigliano che interessava i tre comuni di Pitigliano, Sorano e Manciano, a cui è seguita negli anni successivi per il rosso la Doc Sovana». Oggi la cooperativa conta 270 soci che conferiscono annualmente 30-40mila quintali di uve, a seconda delle annate. C’è anche un frantoio dove dal 2009 vengono molite le olive conferite dai soci per la produzione d’olio extravergine d’oliva. La Cantina opera con l’obiettivo di valorizzare e far crescere il territorio di appartenenza, con un’attenzione particolare al futuro delle nuove generazioni. «Insieme alla Regione Toscana, nell’ambito del Programma di sviluppo rurale, stiamo anche portando avanti un progetto sperimentale di vinificazione del mosto in anfora che ha prodotto interessanti risultati, tra cui la scoperta di lieviti autoctoni», conclude Felici.

Cantina Doc

Bianco o rosso? Dipende dal gusto e dagli abbinamenti.

La Cantina di Pitigliano produce sia vini bianchi che rossi, con un catalogo ben fornito di etichette. I vini sono vera e genuina espressione del territorio: in particolare i bianchi hanno tratti di mineralità e salinità che derivano proprio dalle caratteristiche dei terreni tufacei. In Unicoop Tirreno è presente il Bianco di Pitigliano versione base e il formato da 2 litri, da uve di Trebbiano Toscano, Malvasia, con la presenza di Chardonnay e Sauvignon.

Fresco e sapido al gusto, si presta ad abbinamenti con antipasti di mare e piatti di pesce, ma anche con le carni bianche e i formaggi a pasta molle. C’è poi il Rosso di Toscana Igt, con una base 100% di Sangiovese, dal gusto morbido. Mentre i bianchi della Cantina sono vini freschi, che non hanno bisogno di un lungo invecchiamento, i rossi si caratterizzano per una maturazione un pochino più lunga.