Dicembre 2021. L'intervento del direttore Soci e Comunicazione

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1 Dicembre 2021
di Massimo Favilli

Articolo pubblicato su NuovoConsumo del mese di aprile 2021

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L’emergenza sanitaria derivata dalla pandemia ci ha messo di fronte a nuove sfide di solidarietà, come quella di affiancarci a organizzazioni che facilitano la vaccinazione alle popolazioni più povere, dove l’accesso alla sanità è complesso sia per l’inadeguatezza dei sistemi locali che per motivi economici, nonché per conoscenza e informazione scarse. Quindi, ora, subito

Quindi, ora, subito, pur continuando a sostenere AVSI, Movimento Shalom, Emergency e con loro persone e comunità nel tempo, è nata la campagna di raccolta fondi per rendere possibile la vaccinazione in Africa.

Qui la percentuale delle persone vaccinate contro il Covid-19 è davvero molto bassa: in fondo alla classifica dei continenti. Dei 21 paesi dell’Africa centrale e occidentale appena 3 hanno raggiunto la soglia del 10% di popolazione vaccinata, un traguardo che resta un miraggio per milioni di persone. Gli scienziati ci dicono che la circolazione del virus si placherà e il rischio di varianti diminuirà solo quando la maggior parte della popolazione mondiale sarà vaccinata.

Perciò aiutare i paesi più poveri non è solo un gesto di solidarietà, ma è un freno alla circolazione del virus. Ad oggi si ipotizza, infatti, che la vaccinazione con la seconda dose nei paesi più ricchi si possa concludere entro il 2021, mentre in quelli poveri nel 2023: così alla discriminazione e al dramma umano che porta con sé si aggiunge un dramma sociale e sanitario che riguarda tutti, perché gli effetti della pandemia non resteranno confinati in paesi lontani. E ultimi tra gli ultimi, i rifugiati, gli esuli da zone di guerra, famiglie in condizioni precarie, costrette a continui spostamenti o a interminabili soggiorni nei campi profughi, restano fuori dalle campagne istituzionali di vaccinazione.

A loro, soprattutto, pensa la campagna di Coop – in collaborazione con UNHCR, Medici Senza Frontiere e Comunità di Sant’Egidio – per dare un supporto all’organizzazione, distribuzione, informazione e somministrazione dei vaccini. Anche questo vuol dire essere Coop: adottare comportamenti che provino a cambiare in meglio la società, a darle un volto più “umano”. Ed essere socio Coop vuol dire guardare oltre il semplice atto d’acquisto e rivolgere lo sguardo al mondo.

Farsene carico, per il bene di tutti.