Esame di coscienza

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29 Dicembre 2016
Un gesto di apertura che richiede una lenta e progressiva presa di coscienza. Il perdono tra sacro e profano nelle parole di Adriano Fabris, docente di Filosofia morale all’Università di Pisa
di Rita Nannelli

Che cosa significa perdonare?
«Significa andare contro l’irreversibilità delle cose. Quando subiamo del male, questo male ormai c’è e non può essere cancellato. Possiamo chiedere che vi si ponga rimedio oppure possiamo vendicarci: ma il male – subito o compiuto – rimane comunque. Il perdono ci offre, invece, la possibilità di non vincolarci a ciò che è accaduto. Ci dona la possibilità di andare avanti. È un atto di speranza».

Nella società contemporanea è forte o no il senso del perdono? Ne avvertiamo l’importanza per la vita di relazione?
«Capiamo che è utile, ma non sempre lo consideriamo nella maniera giusta. Troppo spesso vediamo in Tv cronisti sprovveduti che, subito dopo un fatto di sangue, domandano a chi ne subisce le conseguenze se perdona oppure no i responsabili. Così il perdono viene frainteso. Esso, se è vero, comporta una progressiva presa di coscienza ed è quindi il risultato di un lungo percorso».

Quali stati d’animo si accompagnano alla vendetta e quali al perdono? «La vendetta è un sentimento di chiusura. Ci si concentra sull’obiettivo, si alimenta l’attesa del contrappasso coltivando il dolore che si prova. Il perdono è un gesto di apertura. Si ritiene di poter dare ancora fiducia al mondo e alle persone che lo abitano, nonostante tutto».

Che differenza c’è tra il perdono del credente e quello del laico? «Il laico perdona direttamente chi gli ha fatto un torto e deve trovare di volta in volta buone ragioni per farlo. Il credente perdona chi gli ha fatto del male coinvolgendo, in questo suo atto, lo stesso Dio. Dio per primo è misericordioso: è colui che può perdonare. Sapere questo e sapere che ciascuno ha bisogno di essere perdonato, aiuta a perdonare gli altri».

Si può imparare a perdonare? «Certamente. Anzi, si deve. Il perdono, infatti, non è né il frutto di una decisione immotivata né il risultato di un improvviso sussulto di bontà. La capacità di perdonare offre una prospettiva nei confronti delle cose, è un modo di stare al mondo. Perciò bisogna capirne il valore e imparare a esercitarlo, secondo giustizia».

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