Che cosa significa perdonare?
«Significa andare contro l’irreversibilità delle cose. Quando subiamo del male, questo male ormai c’è e non può essere cancellato. Possiamo chiedere che vi si ponga rimedio oppure possiamo vendicarci: ma il male – subito o compiuto – rimane comunque. Il perdono ci offre, invece, la possibilità di non vincolarci a ciò che è accaduto. Ci dona la possibilità di andare avanti. È un atto di speranza».
Nella società contemporanea è forte o no il senso del perdono? Ne avvertiamo l’importanza per la vita di relazione?
«Capiamo che è utile, ma non sempre lo consideriamo nella maniera giusta. Troppo spesso vediamo in Tv cronisti sprovveduti che, subito dopo un fatto di sangue, domandano a chi ne subisce le conseguenze se perdona oppure no i responsabili. Così il perdono viene frainteso. Esso, se è vero, comporta una progressiva presa di coscienza ed è quindi il risultato di un lungo percorso».
Quali stati d’animo si accompagnano alla vendetta e quali al perdono? «La vendetta è un sentimento di chiusura. Ci si concentra sull’obiettivo, si alimenta l’attesa del contrappasso coltivando il dolore che si prova. Il perdono è un gesto di apertura. Si ritiene di poter dare ancora fiducia al mondo e alle persone che lo abitano, nonostante tutto».
Che differenza c’è tra il perdono del credente e quello del laico? «Il laico perdona direttamente chi gli ha fatto un torto e deve trovare di volta in volta buone ragioni per farlo. Il credente perdona chi gli ha fatto del male coinvolgendo, in questo suo atto, lo stesso Dio. Dio per primo è misericordioso: è colui che può perdonare. Sapere questo e sapere che ciascuno ha bisogno di essere perdonato, aiuta a perdonare gli altri».
Si può imparare a perdonare? «Certamente. Anzi, si deve. Il perdono, infatti, non è né il frutto di una decisione immotivata né il risultato di un improvviso sussulto di bontà. La capacità di perdonare offre una prospettiva nei confronti delle cose, è un modo di stare al mondo. Perciò bisogna capirne il valore e imparare a esercitarlo, secondo giustizia».