Cosa fa la Fondazione TLS per la lotta al coronavirus?

Da marzo 2020 la Fondazione Toscana Life Sciences, attraverso la dedizione e le competenze di un gruppo di giovani e talentuosi ricercatori coordinato dal professor Rino Rappuoli (microbiologo, scienziato di fama internazionale), è impegnata in un progetto di ricerca per la messa a punto di una cura contro il coronavirus SARS-CoV-2. L’approccio si basa sull’individuazione di anticorpi monoclonali a partire dal sangue delle persone guarite. Una sfida davvero importante, fondamentale per curare oggi le persone con COVID-19 e proteggere, in futuro, le nostre comunità.

 

A cosa serve la cura se a breve avremo un vaccino? Terapia e vaccino non sono due strade alternative ma complementari. Il vaccino protegge le persone sane dal rischio di infezione ma l’emergenza in corso è dovuta anche alla attuale mancanza di terapie specifiche che possano curare le persone che hanno contratto il virus, evitando l’aggravarsi della patologia.

 

Non conosco la Fondazione Toscana Life Sciences (TLS). Di che si tratta? Cosa fanno?

La Fondazione Toscana Life Sciences (TLS), con sede a Siena, è un ente no-profit che opera dal 2005 con l’obiettivo di supportare le attività di ricerca nel campo delle scienze della vita e, in particolare, per sostenere lo sviluppo di progetti dalla ricerca di base all’applicazione industriale. La Fondazione nasce nel solco di una tradizione senese consolidata in campo scientifico e industriale nel settore delle scienze della vita e delle biotecnologie.

La Fondazione TLS genera lavoro per circa 400 persone (considerando anche l’ecosistema composto dalle 47 realtà incubate/affiliate) e dal 2007 conta 95 pubblicazioni scientifiche e 52 brevetti concessi a imprese e gruppi di ricerca. Il personale di TLS è altamente specializzato (l’81% presenta almeno una laurea) e circa il 36% dei dipendenti si occupa di attività di Ricerca&Sviluppo.

L’attività di ricerca della Fondazione Toscana Life Sciences è principalmente orientata su grandi sfide di salute come la medicina personalizzata, l’immuno-oncologia, la vaccinologia e l’antibiotico-resistenza.

Soci fondatori: Regione Toscana, Università Toscane e Scuole di alta formazione Sant’Anna e Normale di Pisa, Fondazione MPS, Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese, Provincia di Siena, Comune di Siena e Camera di Commercio di Siena.

 

Perché sostenere la Fondazione TLS?

Investire in ricerca è molto importate, non solo in tempi di emergenza e difficoltà, ancor di più se si considera la ricerca scientifica non come un costo ma come importante investimento per la conoscenza e la salute delle nostre società e per il nostro futuro.

La Fondazione TLS è un’eccellenza italiana. Come altre realtà che operano in questo settore, si impegna tutti i giorni per contribuire a generare ricerca scientifica di alto livello, impresa innovativa, trasferimento tecnologico, attrazione di investimenti e occupazione di qualità. A quindici anni dalla sua fondazione, Toscana Life Sciences ha dato vita ad un ecosistema dell’innovazione che dà occupazione a circa 60 persone (quasi 400 se si considerano le realtà incubate), con circa il 36% dei collaboratori che operano nell’ambito della Ricerca&Sviluppo, impiegando competenze altamente specializzate (l’81% del personale ha almeno una laurea).

In particolare, la fondazione investe sui giovani di talento, supportando dottorati di ricerca industriali e cercando di offrire un ambiente stimolante. E’ proprio con questa logica che ha dato vita nel 2018, su input del Prof. Rappuoli, al MAD Lab: un gruppo di ricercatori e ricercatrici qualificati, quasi tutti con importanti esperienze all’estero.

 

Perché COOP ha scelto questa causa?

Perché la ricerca di TLS rappresenta una risposta concreta e vicina alla cura contro il Covid-19. In un momento così difficile per tutti noi il nostro impegno vuole rappresentare anche un messaggio di speranza verso la sconfitta di questa pandemia.

 

Perché si crede negli anticorpi monoclonali come soluzione? Quali sono i vantaggi?

Gli anticorpi monoclonali umani sono prodotti sicuri già ampiamente impiegati in terapia tumorale. Di recente, inoltre, sono stati impiegati anche per malattie infettive: ad esempio per l’infezione da Ebola hanno rappresentato la prima e unica soluzione per terapia e prevenzione, raccomandata da World Health Organization (WHO). Nel caso specifico dell’infezione da nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) si ritiene possano rappresentare una terapia specifica per curare il COVID-19, nonché una possibile protezione per persone sane ma a più alto rischio di contrarre il virus (profilassi passiva) come medici, infermieri, operatori sanitari, persone immunodepresse etc.

 

Di che tempi stiamo parlando? Quando potremmo avere una cura per il COVID-19?

Entro fine anno (2020) partiranno gli studi clinici volti a testare la sicurezza e efficacia della terapia a base di anticorpi monoclonali sviluppata dalla Fondazione TLS. Se gli studi avranno esito positivo, l’ipotesi è di poter disporre di una terapia validata e approvata entro la primavera 2021.

 

Perché la ricerca scientifica va avanti una volta trovata la cura? Che bisogno c’è?

La ricerca scientifica non si ferma mai. I risultati dell’attività di ricerca svolta finora dalla Fondazione TLS consentono l’avvio della sperimentazione clinica dell’anticorpo più potente selezionato, candidato a diventare dunque una terapia per COVID-19. I medesimi risultati, però, spronano il team e la Fondazione a continuare la ricerca preclinica per approfondire sempre di più la conoscenza scientifica sul nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) e per poter rispondere tempestivamente ad eventuali emergenze sanitarie.

Rispetto al coronavirus SARS-CoV-2 sappiamo ad esempio che l’anticorpo selezionato è efficace sia contro la variante cinese sia contro quella europea, come cura e come profilassi passiva, ma ciò non esclude la necessità di approfondire possibili mutazioni del virus o di valutare l’eventuale efficacia di terapie combinate.

Il coronavirus SARS-CoV-2 sembra essere un virus più conservativo di altri ma, come tutti i virus, ha già mostrato alcune mutazioni e potrebbe mutare in futuro. Come rispondere al rischio che insorgano mutazioni in SARS-CoV-2? Una strada possibile è rappresentata da una terapia combinata con almeno due anticorpi monoclonali diversi, che possano aggredire il virus da due fronti diversi. Il MAD Lab di fondazione Toscana Life Sciences intende occuparsi anche di attività di ricerca di questo tipo.

 

A chi vanno questi soldi? Come saranno impiegati?

Con la raccolta fondi in corso abbiamo scelto di favorire il reperimento delle risorse necessarie al coinvolgimento di giovani e talentuosi ricercatori/trici che possano dare un contributo a importanti sfide di salute, come il diffondersi del coronavirus (SARS-CoV-2), nonché a sostenere l’acquisto di materiali utili allo svolgimento del loro lavoro.

In particolare, i fondi raccolti grazie alla Campagna Coop a favore di Fondazione TLS saranno impiegati nell’ambito del progetto su coronavirus (SARS-CoV-2) per permettere numerose attività di ricerca preclinica che proseguiranno a partire dai risultati ottenuti finora, anche dopo lo sviluppo di una terapia anti COVID-19. La ricerca scientifica, infatti, non si ferma mai. E il gruppo di ricerca di Fondazione TLS è determinato ad approfondire sempre di più la conoscenza scientifica sul nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) e a portare avanti attività di indagine e studio che possano permettere di rispondere tempestivamente ad eventuali emergenze sanitarie.

I fondi raccolti, dunque, saranno impiegati per il coinvolgimento di giovani ricercatori di talento, per l’acquisto di materiali “consumabili” e strumentazioni e per l’attivazione di nuove e interessanti linee di ricerca che possano fornire un importante contributo alla comunità scientifica su coronavirus SARS-CoV-2.  

 

Quante persone lavorano in questo gruppo?

Il team  di ricerca è attualmente composto da circa 20 ricercatori/trici (17 + il coordinatore alla data del 27/11/2020), principalmente italiani ma non solo, molto qualificati. Tutti con almeno un’esperienza all’estero, si tratta di giovani dai 24 ai 44 anni. Il gruppo di ricerca è stato fondato nel 2018 dal prof. Rino Rappuoli, coordinatore del team, microbiologo di fama internazionale e uno dei principali esperti mondiali nell’ambito dei vaccini, per lavorare a un progetto di ricerca dedicato alla resistenza batterica agli antibiotici. Da marzo 2020, il team è cresciuto molto in fretta, con l’aumentare delle attività, comprese quelle dedicate a coronavirus (SARS-CoV-2) e ad oggi sta cercando nuove risorse qualificate da inserire.

Maggiori info e biografie: https://www.toscanalifesciences.org/it/progetti/monoclonal-antibody-discovery-mad-lab/

Il MAD Lab rappresenta solo una parte dei ricercatori della Fondazione Toscana Life Sciences che ogni giorno si impegnano nel dare risposta ad importanti sfide di salute. La Fondazione, infatti, ha circa 60 dipendenti e circa il 36% dei collaboratori opera nell’ambito della Ricerca&Sviluppo, impiegando competenze altamente specializzate (l’81% del personale che ha almeno una laurea).

 

Perché donare a una Fondazione che beneficia comunque di importanti finanziamenti regionali, nazionali e anche europei?

La ricerca, quella scientifica in particolare, ha bisogno di continui e ingenti investimenti per progredire. Fare ricerca significa anche sostenere costi importanti per l’acquisto di strumentazioni e tecnologie all’avanguardia, per l’attrazione di talenti e competenze, per la predisposizione di spazi e laboratori adeguati. La Fondazione Toscana Life Sciences cerca, dunque, di attrarre da diverse fonti investimenti che permettano la realizzazione di progetti di ricerca specifici, principalmente su grandi temi come la medicina personalizzata, la resistenza batterica agli antibiotici, l’immuno-oncologia e, da marzo 2020, anche l’infezione da nuovo coronavirus (SARS-CoV-2).

Con la raccolta fondi in corso abbiamo scelto, dunque, di favorire il reperimento delle risorse necessarie al coinvolgimento di giovani e talentuosi ricercatori/trici che possano dare un contributo a queste importanti sfide di salute, nonché a sostenere l’acquisto di materiali utili allo svolgimento del loro lavoro.

 

Perché sostenere un progetto che già ha ricevuto e riceverà sostegno e finanziamenti anche dal Governo?

Il progetto di Toscana Life Sciences volto alla messa a punto di una cura specifica per il trattamento del COVID-19, è stato avviato dalla Fondazione a marzo 2020, inizialmente con risorse proprie. Per la realizzazione della attività di laboratorio e le successive fasi di sviluppo e produzione, TLS ha ricevuto e riceverà importanti finanziamenti, anche dal Governo, che permetteranno appunto lo sviluppo e produzione della terapia. Ad ogni modo, abbiamo a cuore anche il proseguimento dell’attività di ricerca per esplorare ambiti ad oggi non ancora studiati. La ricerca scientifica, infatti, non si ferma mai. E il gruppo di ricerca di Fondazione TLS è determinato ad approfondire sempre di più la conoscenza scientifica sul nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) e a portare avanti attività di indagine e studio che possano permettere di rispondere tempestivamente ad eventuali emergenze sanitarie.

 

E’ inoltre da considerare che la ricerca scientifica di per sé non è un costo ma un importante investimento per la conoscenza e la salute delle nostre società e per il nostro futuro.

Perché i costi della ricerca sono così alti?

La ricerca, quella scientifica in particolare, ha bisogno di continui e ingenti investimenti per progredire. Fare ricerca significa anche sostenere costi importanti per l’acquisto di strumentazioni e tecnologie all’avanguardia, per l’attrazione di talenti e competenze, per la predisposizione di spazi e laboratori adeguati. Anche l’acquisto di materiali di qualità necessari alla realizzazione, in sicurezza, delle normali attività di laboratorio (cosiddetti “consumabili”) comporta costi elevati per chiunque operi in questo settore.