Florilegio

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16 Maggio 2017
Un’ottima ricetta per il benessere? Circondarsi di fiori e piante, che mettono di buonumore e dicono anche qualcosa di noi.
di Benedetta D'Alessandro

La primavera è sbocciata. Per le strade, nei parchi, in campagna, su balconi, terrazzi e davanzali: il mondo vegetale torna alla vita con effetti benefici non solo per il corpo e l’ambiente circostante (purificazione, umidificazione, ossigenazione dell’aria) ma anche per la psiche dell’uomo. «Dalla cromoterapia all’aromaterapia legate ai colori e alle essenze delle piante, sono sempre più numerosi gli studi che evidenziano l’influenza positiva del verde sul nostro benessere complessivo», conferma Cristina Martone, specializzata in botanica e con un master in architettura del paesaggio. Che servano per curare come accade nella garden therapy o ad aumentare la produttività in ufficio – secondo alcuni ricercatori inglesi luoghi di lavoro più green renderebbero i lavoratori più felici e motivati –, sembra dunque indubbio che circondarsi di fiori e piante sia un’ottima ricetta per il buonumore e che possa rivelare anche aspetti inediti della propria indole.

Pianta stabile
Lasciandosi così andare a un gioco di libere associazioni si possono azzardare collegamenti tra alcune piante e personalità: non è raro pensare che chi ama le rose abbia un temperamento passionale mentre chi predilige l’ibisco un’anima più sensibile, che la calla sia simbolo di gusti raffinati, mentre l’orchidea riveli una particolare carica sensuale. Aspetti caratteriali a parte, spesso la scelta delle piante è condizionata dagli spazi e dal tempo di cui si dispone. «In appartamento – suggerisce l’esperta – si può puntare sulle piante tropicali, tipiche del sottobosco e bisognose di poca luce, con la sola accortezza di un ambiente un po’ più umido del normale». Se poi il lavoro e gli impegni quotidiani lasciano poco tempo per la cura del verde casalingo, molto indicato è il Sedum, genere variegato con foglie grasse bisognose di pochissime cure. «Con un’ampia gamma di colori che le rende esteticamente anche belle, queste piante, tipiche dei terrazzi milanesi, vanno bagnate pochissimo tanto che sono usate per i tetti verdi a cui è sufficiente l’acqua piovana », spiega Martone che è stata progettista per gli spazi comuni delle aree verdi di Expo Milano. Se, invece, gli anni incombono e le forze per scavare, trapiantare, mettere a dimora vanno diminuendo, le piante più facili da gestire appaiono le orchidee. Con poca terra hanno vasi leggeri facili da spostare e producono fioriture comunque molto belle e gratificanti.

Oasi felici
Per avvicinare i più piccoli al magico mondo delle piante l’esperta, che è mamma di due bambini in tenera età, consiglia di solleticarne la curiosità anche intellettuale: «Storie e racconti così come un libro a volte possono essere più stimolanti che mettere da subito le mani nella terra. Suscitato l’interesse si può andare insieme a scegliere le piante. L’importante è predisporre uno spazio verde e lasciare poi liberi i bambini di riempirlo un po’ per volta», suggerisce Martone. Un’idea che deriva da quella del giardino in movimento teorizzata dal paesaggista e botanico francese Gilles Clément secondo il quale le oasi verdi prima di essere pianificate dall’uomo vanno ascoltate, guardate e assecondate. Perché, come asseriva l’antica religione romana, ogni luogo fisico ha un suo genius, un’entità naturale e soprannaturale che non può essere ignorata se si desidera davvero creare una relazione profonda con l’ambiente in cui si vive.