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Storia, cultura, economia, politica, costume. Perché non di solo sport sono fatte le Olimpiadi, dal 5 al 21 agosto, a ritmo di samba.
di Jacopo Formaioni

Ci siamo. Passati 4 anni, prepariamoci a vivere di nuovo momenti di gloria… Ma stavolta al posto della colonna sonora di Vangelis, andremo a ritmo di samba. A cominciare dalla cerimonia d’apertura del 5 agosto. Nel 2008, a Pechino, abbiamo assistito alla sontuosa celebrazione del regime e delle millenarie tradizioni cinesi; a Londra, nel 2012, 4,4 miliardi di persone hanno ballato con la regina la musica pop inglese; quest’anno non potrà che andare in scena una parata di carnevale coloratissima e travolgente, in perfetto stile brasiliano. Dopo la cerimonia di apertura atleti di 205 paesi si contenderanno podio e medaglie fino allo spegnimento della fiaccola olimpica, il 21 agosto.

Rovescio della medaglia

Evento di rilevanza internazionale, politica, sociale, culturale, oltre che sportiva, i Giochi sono, però, delle meteore: ogni 4 anni si accendono i riflettori su sport e discipline subito dimenticati a Olimpiadi finite. «L’Italia è vittima da anni della dittatura calcistica – sottolinea Andrea Galluzzo, presidente della Società italiana di storia dello sport –. Ma nel periodo olimpico ci incolliamo allo schermo per riscoprire quegli sport che hanno fatto la storia della nostra nazione. Sport troppo spesso dimenticati, come la scherma o l’equitazione, che addirittura nel 1900 ci regalò il primo oro olimpico, grazie a Gian Giorgio Trissino. Prima li seguivamo tramite radio e giornali, con una narrazione letteraria e spesso lontana dal grande pubblico, che si appassionava solo alle grandi vittorie e agli eroi, come il leggendario Dorando Pietri – continua Galluzzo –. Solo negli anni del boom economico, con la diffusione della televisione, le Olimpiadi sono diventate un vero fenomeno di massa, seguite e vissute fino in fondo. Oggi l’offerta televisiva copre l’intera durata dell’evento, con canali dedicati 24 ore su 24 in grado di approfondire e mostrarne ogni aspetto. Ma la copertura passa anche per il web e in particolare sui social, vero e proprio polso per misurare la febbre olimpica». Nel periodo dei Giochi le bacheche di tutto il mondo sono invase da post e tweet olimpici e sono gli stessi utenti a fare notizia e commentare.

Momenti di gloria

La nazione a cui sono assegnati dal Comitato Olimpico Internazionale i Giochi ha l’opportunità di salire su un palcoscenico internazionale unico: ad andare in scena sono i valori e i simboli di un paese che comunica al mondo di essere pronto a far parte dei grandi. E sono anche una grande opportunità economica e pubblicitaria, quando è ben sfruttata. L’edizione di Pechino 2008 ne è l’esempio lampante: per la prima volta nella sua storia moderna, la Cina ha avuto la possibilità di presentarsi pubblicamente al mondo, mettendo la sua cultura alla prova della modernità. Ecco i numeri di quel risultato mediatico e sportivo: oltre 1,2 miliardi gli spettatori sintonizzati sulla sola cerimonia di apertura, sfiorando i 4 miliardi complessivi, mentre per la prima volta nel medagliere la Cina ha battuto gli Usa. «I giochi olimpici portano il segno dei tempi – continua Galluzzo –. A Berlino nel 1936 le democrazie sfidavano il regime nazista; a Messico ’68 Tommie Smith e John Carlos alzarono il pugno chiuso delle Pantere nere durante la premiazione per protesta contro il razzismo; durante la guerra fredda Usa e Urss si sfidavano anche a colpi di medaglie, fino al clamoroso boicottaggio occidentale di Mosca ’80. Le Olimpiadi sono una lunghissima galleria di eventi storici, di cui lo sport è stato protagonista e collante. Rio sarà un’occasione per capire il periodo che stiamo vivendo». Quali saranno i momenti di gloria da ricordare?

 

INFO Le Olimpiadi saranno trasmesse da Rai e Sky e sui rispettivi siti è possibile trovare il calendario di tutti gli appuntamenti in programma.
Per rimanere aggiornati sul web si possono anche consultare, tra i tanti, il sito www.gazzetta.it, www.sportnotizie24.it e www.sportlive.it.