L’8 per i diritti

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1 Marzo 2024
Nella Giornata internazionale della donna Coop rilancia la petizione per abbassare l’Iva sugli assorbenti, anche con un un appello sostenuto da personalità del mondo della cultura e dell’associazionismo. E ora è la prima azienda della Grande Distribuzione ad avere ottenuto la certificazione di genere.

Articolo pubblicato su NuovoConsumo del mese di marzo 2024

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Esiste in Italia una tassa sulle donne? Sì: è l’Iva sugli assorbenti, che da gennaio è tornata al 10%, dopo essere stata al 5% per un solo anno. Come se l’igiene durante il ciclo fosse un lusso, visto che l’Iva sui prodotti di prima necessità, invece, è al 4%. Una questione non tanto di centesimi quanto di valori e di diritti, ricorda la nuova tappa della campagna Stop tampon tax di Coop, che su questo tema sostiene una petizione on line e ora lancia anche un appello pubblico al quale stanno portando il loro sostegno personalità della cultura, dell’associazionismo, del web: dalla presidente di Differenza Donna, Elisa Ercoli, a quello della Federazione italiana canottaggio, Giuseppe Abbagnale, da Vera Gheno, sociolinguista, ai vertici di Arcigay Natascia Maesi e Gabriele Piazzoni e di Oxfam Italia Emilia Romano e Roberto Barbieri, dall’economista Azzura Rinaldi a Annamaria Testa, pubblicitaria e saggista, alla filosofa Michela Marzano. E molti altri, tra scrittori, docenti, attivisti.

Giornata clou per promuoverla l’8 marzo, quando in occasione della festa della donna si raccoglieranno firme in molti punti vendita perché Il ciclo è ancora un lusso!.

Intanto, da gennaio fino a tutto maggio, Coop ha scelto di “neutralizzare” l’aumento dovuto all’innalzamento dell’Iva sugli assorbenti a proprio marchio, per dare un segno tangibile d’impegno. In questi giorni, su una serie di assorbenti a marchio sarà stampato anche il qr code che conduce alla piattaforma on line change.org, dove è possibile aderire all’appello al Governo per abbattere la “tassa sulle donne”.

L’obiettivo è raggiungere 1 milione di firme e favorire una presa di coscienza collettiva. La campagna Stop tampon tax era stata lanciata nel 2021 con il collettivo di giovani donne Onde Rosa e il sostegno della piattaforma change. org, raccogliendo oltre 700mila firme digitali. Ora una nuova tappa della campagna Close the gap per ridurre le differenze tra uomini e donne e le discriminazioni di tutti i tipi, che ha portato Coop Italia a ottenere anche la certificazione di genere.

 

 

A pari merito
Quello di Coop per una vera parità è un impegno “certificato”.

Non è solo questione di Iva, ovviamente, purtroppo. L’Italia è il fanalino di coda in Europa per occupazione femminile e le donne, quando lavorano, hanno retribuzioni sensibilmente più basse e incarichi pagati meno rispetto agli uomini. 1 su 5, poi, quando diventa mamma, lascia il lavoro per l’impossibilità di conciliarlo con le nuove esigenze familiari. Per questo Coop ha deciso di impegnarsi ottenendo la certificazione di genere. «È uno strumento volontario che prevede di misurare e monitorare nel tempo una serie di indicatori quantitativi e qualitativi – spiega Chiara Faenza, responsabile sostenibilità e innovazione valori di Coop Italia, che ne ha seguito l’iter –. Si tratta di una possibilità, prevista dal 2022, in base al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che mira a accompagnare e incentivare le imprese perché adottino politiche adeguate per ridurre il divario di genere riguardo alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità. In senso più ampio mira a favorire un vero cambiamento culturale». 6 le aree su cui le organizzazioni “inclusive” devono misurarsi (e raggiungere un punteggio sufficiente per certificarsi), mettendo in piedi un efficace sistema di gestione con parametri specifici (KPI) da misurare nel tempo: cultura e strategie, governance, processi delle risorse umane, opportunità di crescita e inclusione, equità remunerativa, tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. A emettere la certificazione è un ente terzo, imparziale.
Al momento in cui Nuovo Consumo va in stampa, Coop è la prima tra le aziende della Grande Distribuzione ad averla ottenuta. «La certificazione di genere è l’evoluzione naturale di un percorso basato sui nostri valori e della campagna Close the gap – sottolinea Maura Latini, presidente di Coop Italia –, che punta a rendicontare e migliorare la condizione delle donne in Coop e a intervenire a tutti i livelli al nostro interno, management, dipendenti, ma anche con i soci, i fornitori e, più in generale, nelle comunità in cui operiamo».

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