La via della prevenzione

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Il 40 per cento dei tumori potrebbe essere evitato con adeguati comportamenti. In questa intervista i consigli del professor Umberto Veronesi che non ha dubbi. «La scienza ha dimostrato che con l’astensione dal fumo, una corretta alimentazione, la limitazione dell’alcol e una buona attività fisica possiamo fare prevenzione quotidiana».
di Claudio Strano

Il 40 per cento dei tumori potrebbe essere evitato con la prevenzione, che in Italia viene fatta ancora troppo poco. Lo hanno sottolineato recentemente i medici dell’Aiom, l’Associazione italiana di oncologia medica, che hanno citato diagnosi precoce e stili di vita, lunghe liste d’attesa per gli screening e campagna informative assenti per mancanza di fondi come i principali nodi da risolvere. Un’informazione ampia e corretta, dunque, sarebbe una delle armi necessarie per sconfiggere questo insieme di patologie complesse che continuano a mietere vittime. E che se oggi vengono battute con sempre maggior frequenza, è anche vero che non arretrano: ogni anno, solo nel nostro paese, una diagnosi su 4 riguarda una neoplasia rara, che colpisce soprattutto i giovani (circa 89mila casi all’anno, dati Airtum 2015). Più in generale, la stima dell’Oms è di 1.000 nuovi casi al giorno nel nostro paese.

Ne abbiamo parlato con l’illustre professor Umberto Veronesi, presidente dell’omonima Fondazione.
Professore, la lotta ai tumori a che punto è? Quali strade sono al momento più promettenti e quali, invece, hanno dato risultati inferiori alle aspettative?
«I tumori sono un insieme di malattie molto più complesse di quanto pensassimo anni fa. I passi avanti ci sono stati: oggi guarisce il 60 per cento di tutti i tumori, 40 anni fa erano circa la metà. In alcune forme, come i tumori del seno diagnosticati in fase precoce, le percentuali di guarigione superano il 90 per cento. In altri casi, invece, il bilancio resta pesantissimo, come per i tumori del pancreas, dell’ovaio o alcune forme di tumori cerebrali. Ci sono tumori molto diffusi, come quelli del polmone, per cui gli sforzi della ricerca di nuovi farmaci non riescono a modificare nella sostanza la speranza di vita, e allora resta ancora fondamentale la prevenzione primaria: non fumare.

Cosa ci riserva il futuro?
Oggi la medicina molecolare apre strade che stanno cambiando la medicina. Penso, ad esempio, alla ricerca di tumori in fase precocissima attraverso l’analisi del dna circolante che con un semplice esame del sangue unitamente a tecniche di imaging sempre più precise, ci potranno dire se c’è un tumore quando è ancora così piccolo da poter essere curato e guarito».
La scienza è riuscita a ridurre l’impatto della chemioterapia e di altre pesanti cure sull’organismo?
«Il tumore è una malattia grave e pertanto in molti casi è sensato il ricorso a terapie che possono avere effetti collaterali pesanti per il malato. Da alcuni decenni la prassi in oncologia è passata dal massimo trattamento tollerabile a quello minimo efficace. Il che significa protocolli di cura più accettati e una più accurata selezione dei malati che ne possono davvero beneficiare, anche grazie alle nuove conoscenze sulla genetica dei tumori e ai farmaci cosiddetti intelligenti, progettati cioè per colpire bersagli molecolari precisi con meno effetti indesiderati».

Il sistema sanitario nazionale è in grado di gestire efficacemente le varie fasi, dalla diagnosi iniziale all’assistenza dei malati?
«Il nostro sistema sanitario è pubblico e garantista e risponde al dettato costituzionale per cui la salute è un diritto di tutti i cittadini. Il che significa che la nostra sanità soffre della cronica carenza di fondi legata al debito pubblico e agli altri fattori politici, ma le cure fondamentali sono accessibili a tutti. E sono spesso di alto livello. Uno dei grandi problemi che si sta cercando di affrontare è quello dei costi dei nuovi farmaci, che richiede una nuova capacità di concertazione fra istituzioni di Governo, Agenzia del farmaco, aziende e cittadini».

Quanto incidono una sana alimentazione e stili di vita corretti?
«Non si può rispondere in maniera troppo precisa, ma la scienza ha dimostrato che con l’astensione dal fumo, un’alimentazione corretta, la limitazione dell’alcol e una buona attività fisica possiamo fare prevenzione quotidiana. Per quanto riguarda l’alimentazione corretta, in particolare, avremmo una diminuzione del rischio di malattie legate al metabolismo come diabete o dislipidemia o dei tumori del tratto digerente, ma ci sono dati che correlano in generale una sana alimentazione con la diminuzione dell’infiammazione, considerata un fattore di rischio per tutti i tumori. Dobbiamo imparare, invece, ad apprezzare, conoscere e ampliare la scelta dei cibi d’origine vegetale che sono poi alla base della nostra dieta mediterranea».

Aumenta l’aspettativa di vita, aumenta la consapevolezza da parte delle persone. Perché continuano ad aumentare anche i tumori?
«Da alcuni anni il numero di nuovi casi è sostanzialmente stabile (366mila nel 2014). Ma sono in aumento i nuovi casi di tumore del polmone per le donne, del seno e del colon-retto. Perché? Le risposte sono tante quante le diverse forme di tumore, ciascuna con i suoi molteplici fattori causali. Proprio l’aumento dell’aspettativa di vita è uno dei fattori in gioco, poiché il cancro è innanzitutto una malattia dell’invecchiamento: la maggioranza dei tumori si manifesta dopo i 65 anni. Sappiamo anche che il cancro è una malattia multifattoriale, in cui le mutazioni genetiche interagiscono con l’ambiente. Con gli stili di vita corretti non risolviamo tutto, è vero, ma se da domani mattina nessuno fumasse, tutti mangiassero meno e seguissero una dieta vegetariana vedremmo milioni di vittime in meno nel mondo».

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