LABORATORI DI CUCINA NEL CARCERE DI REBIBBIA

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31 Gennaio 2024
I corsi coinvolgono circa trenta detenute e detenuti dell’Istituto penitenziario romano. Il progetto, promosso della scuola alberghiera “A. Vespucci” e da Unicoop Tirreno, è sostenuto dalle istituzioni per favorire l’apprendimento di un mestiere e il reinserimento sociale dei detenuti.

“Chi apre la porta di una scuola chiude una prigione”, Victor Hugo

Riscatto sociale, integrazione, dignità, formazione e apprendimento di un mestiere per trovare lavoro una volta scontata la pena detentiva.

L’Istituto Alberghiero “A. Vespucci” di Roma e Coop-Unicoop Tirreno si fanno promotori dei laboratori di cucina che coinvolgono donne e uomini, detenuti presso la Casa circondariale femminile e la Casa di reclusione maschile dell’Istituto penitenziario di Rebibbia, a Roma.

Il progetto è stato presentato con una conferenza stampa, tenutasi oggi a Roma presso la Biblioteca di Roma Capitale “Vaccheria Nardi”, alla presenza di Stefano Anastasia - Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio; Maria Donata Iannantuono – Direttrice Casa di Reclusione Rebibbia Roma; Alessandro Reale – Referente Istituto Alberghiero “A. Vespucci”; Fabio Brai – Responsabile d’area soci Unicoop Tirreno; Massimiliano Umberti – Presidente Municipio Roma IV.

All’evento hanno preso parte anche gli studenti e i docenti dell’Istituto alberghiero “A. Vespucci”.

Al momento è prevista la partecipazione ai corsi di cucina di circa trenta persone, che al termine del percorso, e a seguito di un esame, conseguiranno il relativo diploma.

I docenti proverranno dall’Istituto Alberghiero, mentre Unicoop Tirreno fornirà i prodotti alimentari necessari allo svolgimento dei laboratori: frutta e verdura, pasta, farina, carne, pesce, uova, e tutto il necessario per mettersi ai fornelli e imparare la preparazione di sughi, pane, pasta, ricette tipiche, dolci, confetture.

L’iniziativa è sostenuta dal Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, dall’Istituto penitenziario di Rebibbia e dal IV Municipio di Roma Capitale, e rientra tra le azioni sostenute e promosse da Unicoop Tirreno, fondate sull’etica della responsabilità sociale e sullo spirito cooperativo.

Il progetto mira a dare attuazione concreta all’articolo 27, comma 4, della Costituzione italiana, che prevede il principio della finalità rieducativa della pena. Le pene non devono tendere solamente a punire chi si è reso colpevole di un reato, ma mirare anche alla sua rieducazione, favorendone il reinserimento nella società. Il carcere, pertanto, deve essere concepito come una struttura di rieducazione e di recupero. La partecipazione del mondo esterno al trattamento carcerario risulta essenziale per il reinserimento dei detenuti nella vita sociale, avviato prima del fine pena, attraverso interventi intra ed extra murari col coinvolgimento di associazioni ed enti pubblici.

Comunicato stampa Unicoop Tirreno