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11 Novembre 2016
Verde o giallo? Il kiwi dalle tante virtù, salutare, economico, quasi quattro stagioni, parla italiano
di Silvia Inghirami

Dalla Cina alla Gran Bretagna, da qui alla Nuova Zelanda e poi negli Stati Uniti. Per trovare finalmente la sua vera patria: l’Italia. Il kiwi è un frutto “esotico” di cui l’Italia è il maggiore produttore. Secondo i dati della Coldiretti, alterniamo il primo posto con Cina e Nuova Zelanda a seconda delle annate. Nel 2015 abbiamo destinato alla coltivazione di questo frutto 26mila ettari, producendo quasi 6 milioni di quintali (di cui più della metà prende la strada dell’export). Il 37 per cento dei kiwi italiani nascono nel Lazio; il 16 per cento in Emilia Romagna, il 15 per cento in Piemonte, il 13 per cento in Veneto e il 5 per cento in Campania. un gran successo La passione per questo frutto è decisamente recente: la sua comparsa risale infatti agli anni Sessanta ma la diffusione avviene agli inizi degli anni Ottanta. In pochi lustri il kiwi ha saputo vincere le diffidenze iniziali e conquistare gli italiani, che ora ne mangiano in media 3,4 chilogrammi a testa l’anno. Il motivo del successo risiede nelle proprietà nutrizionali: un kiwi al giorno è sufficiente a soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina C dell’organismo, favorendo quindi le difese naturali e proteggendo le pareti vascolari. Costituito all’84 per cento d’acqua, apporta solo 44 chilocalorie ogni 100 grammi e svolge azione rinfrescante, diuretica, depurativa, ma anche antiossidante, di regolazione del colesterolo e della glicemia, nonché quella di un blando lassativo.

Sempreverde

Un insieme di virtù a basso prezzo e con grande comodità. Il kiwi infatti costa poco, si mantiene a lungo e si trova in vendita quasi sempre: in Italia la raccolta inizia alla fine dell’autunno e si protrae fino all’inizio dell’estate (quindi i frutti che si acquistano in estate provengono dall’estero). Per tutte queste ragioni, il kiwi è entrato nelle abitudini gastronomiche degli italiani. Così, i coltivatori non si sono accontentati dei risultati conseguiti: negli ultimi anni hanno deciso di affiancare alla varietà Hayward, quella verde e più diffusa, la nuova Gold a polpa gialla. «Il mercato ha risposto bene – spiega Coldiretti – segno che l’attesa per qualcosa di diverso era grande. E ora si stanno testando anche varietà a polpa rossa». Zuccherino e poco acidulo, il kiwi dorato piace di più ai bambini che apprezzano la dolcezza del sapore; riscontra più favore anche la buccia glabra, senza peli, e molto sottile.

A nostro uso e consumo

Le prospettive di crescita del suo consumo – secondo gli esperti – sono notevoli. Il kiwi verde, con striature più chiare e piccoli semi neri, ha una polpa tenera e leggermente acidula, che trasmette un contrasto di sapore dolce-aspro. Entrambi possono essere utilizzati come ingredienti prelibati di frullati e succhi, gelati e confetture, ma anche di mousse, torte e crostate. Fanno la loro bella figura nel tramezzino con mozzarella e basilico e nella bruschetta con crema alla feta e alle erbe; ma anche abbinato con gamberi, salmone e aneto, con il prosciutto di Parma, con il pollo arrosto, nell’involtino primavera e in dozzine di insalate dove la sua forma assicura gradevolezza alla vista oltre che al palato. Fondamentale la sua presenza nel cocktail tricolore inventato per l’Expo con i colori della bandiera italiana: il rosso è stato creato con Martini rosato, Martini bitter, succo di melograno e sciroppo di kiwi; il verde con un mix di Bombey sapphire, Martini extra dry, lime e kiwi pestato; e il bianco con Bacardi superior, Martini bianco, latte di mandorla e sciroppo al cioccolato bianco.

Esame di maturità
Per l’acquisto di un kiwi si consiglia di evitare i frutti troppo maturi (riconoscibili dal fatto che sono molto molli) perché hanno un odore e un sapore sgradevoli. D’altro canto i frutti non devono nemmeno essere troppo duri, ma cedevoli al tatto. Per conservare il kiwi non metterlo mai vicino a una mela, ma se si vuol farlo maturare occorre tenerlo in una busta di carta proprio con una mela. In effetti i kiwi si conservano a temperatura ambiente lontani da fonti di etere etilico, un gas rilasciato in particolar modo da alcuni frutti (mele, ma anche patate) che – tempo 5-7 giorni – ne garantirebbero la maturazione.