Oggetti d’uso

  Aggiungi ai preferiti
Come in una favola: l’incidente iniziale e il lieto fine grazie a degli oggetti e all’inventiva del protagonista. Lo spot di Ikea che dice molto dei giovani d’oggi.
di Giovanni Manetti

Il nuovo spot di Ikea scommette, per la sua efficacia promozionale, sull’invenzione di una circostanza imbarazzante e paradossale, che il protagonista saprà gestire in maniera egregia proprio grazie ai prodotti della marca progettati per l’estate. La storia raccontata comincia, come nelle favole, con un incidente: il ragazzo barbuto (e si noti che quella della barba è una moda condivisa dal 90 per cento dei giovani d’oggi, un segno importante per l’identificazione del target), protagonista dei precedenti episodi della campagna, rimane bloccato sul terrazzo, con indosso solo un paio di boxer, quando la sua ragazza esce di casa e la porta scorrevole a vetri, che si apre dall’interno, si chiude inesorabilmente. Invano, lo osserva attraverso il vetro il faccione malinconico del suo bulldog.

Il ragazzo, però, non si perde d’animo e prima di tutto – come Adamo cacciato dal Paradiso terrestre – pensa al pudore, rivestendosi di un drappo colorato appeso su di uno stendino. Subito dopo – e certamente la successione va sottolineata – subentrano problemi di solitudine: così il ragazzo si crea una sorta di amico antropomorfo cogliendo uno dei pomodori coltivati sul terrazzo e modellandolo come un pupazzo umanoide. Particolare piuttosto improbabile, perché davvero troppo infantile, ma si lega al motivo calypso spensierato che si sente sul fondo dello spot: Don’t touch me tomato del cantante bahamense George Symonette. Tuttavia le difficoltà che l’eroe della storia deve superare sono ben lontane dalla conclusione. Infatti deve ripercorrere alcune tappe della storia dell’uomo, accendendosi un fuoco con lo sfregamento di due pietre e mettendo sulla gratella i prodotti raccolti nel suo orto pensile.

Ecco che arriva la notte: una bella sdraio di legno, delle coperte strappate dallo stendino del terrazzo sopra il suo e una torcia elettrica gli garantiscono un adeguato conforto, non senza dare un ultimo saluto prima di dormire all’amico pomodoro posto su un comodino di fortuna. Al risveglio c’è un opportuno annaffiatoio che gli permette di fare la doccia. Finalmente arriva la sua ragazza, che si precipita ad abbracciarlo; preso dal trasporto e dalla gratitudine per il ricongiungimento e per la desiderata liberazione, non si cura di metterla in guardia dal pericolo della porta scorrevole, che si richiude facendo prigionieri lui, lei e il cane. C’è un’ultima chance: una grande scritta “SOS” formata assemblando tutti gli oggetti – sicuramente Ikea – raccolti sul terrazzo.

Leggero e divertente: forse dice anche qualcosa – come Arlecchino che burlando si confessava – su certi aspetti dei giovani di oggi: sventati e non infrequentemente superficiali, ma anche inventivi; bisognosi di affetto, ma anche capaci di trarsi d’impiccio all’occorrenza.