Pasta diva

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Mafalde, boccole, calamarate, candele, sigarette, mezze maniche, dischi volanti, schiaffoni, gemelli e gigantoni. Una pasta che si declina in mille parole e forme diverse, anche biologica e integrale, dal nome che è un simbolo, Garofalo, di tradizione e qualità. Ma anche e soprattutto di grande gusto, che deriva dall’impasto di eccellenti acque e semole di grano duro, pensata anche in piccolo per i bambini e tanto in grande da riscuotere successo nel cinema come lo “spaghettino?” che riporta la pace tra Sergio Rubini ed Elena Santarelli in “Commediasexy” o la spaghettata fra le “Lezioni di volo” di Francesca Archibugi.

un posto al sole
C’è un paese dove da 500 anni si produce la pasta, che ha lasciato un’impronta indelebile: vie e palazzi orientati in modo che ad ogni ora del giorno la luce e il calore raggiungessero gli spaghetti e i maccheroni lasciati al sole ad asciugare, i mulini ad acqua dove si macinava la semola, una via dei pastai dove la tradizione delle botteghe artigiane persiste accanto a moderni pastifici. «La pasta è nata a Gragnano» mette subito in chiaro Francesco Garufi, direttore vendite del Pastificio “Lucio Garofalo” di Gragnano che pur nella sua modernissima concezione è uno dei più antichi della città.

Di proprietà della famiglia dell’ingegnere Massimo Menna, l’attuale amministratore delegato anche presidente dell’Unione Industriali Pastai Italiani, il Pastificio nasce a Gragnano (NA) nel 1789 quando il locale Consiglio delle Municipalità stabilisce di conferire in esclusiva a Michele Garofalo e Salvatore Montella la concessione per fabbricare e commercializzare “maccheroni di buona qualità” con facoltà di multare i contravventori.

un’impresa colossale
Oggi si presenta così. Un colosso di macchinari che sfornano centinaia di paste diverse, 150 dipendenti di cui 130 addetti alla produzione che supera le 90mila tonnellate di pasta l’anno, un intrigo internazionale di linee produttive indirizzate all’Italia e all’estero con gusti e formati che spesso sono diversi a seconda delle destinazioni, dalla “Napolina” indirizzata al mercato UK alla “Santa Lucia” distribuita in Africa Orientale. «Nata come azienda di solo export – precisa Garufi – tuttora presente in oltre 60 paesi del mondo, il pastificio Garofalo è ormai da 7 anni anche sul mercato italiano. Nel giugno dello scorso anno le nostre paste sono entrate negli assortimenti degli ipermercati campani e laziali della Coop».
Ma in che cosa consiste la particolarità di questa pasta? «Nella particolare cura con cui la produzione cerca oggi di realizzare un prodotto che mantenga i connotati della tradizione in una fattura decisamente industriale», spiega Garufi. Lo stabilimento è infatti ipertecnologico: «abbiamo recentemente realizzato un nuovo magazzino dove il processo è interamente automatizzato», aggiunge Alessandro Macchiaroli della Divisione Commerciale.

Ma l’anima è artigianale perché «gli uomini e le donne che lavorano la pasta Garofalo hanno a che fare con la pasta da molte generazioni». Conoscono il mestiere: «ovviamente – specifica Garufi – non essicchiamo più la pasta al sole, ma rispettiamo i giusti tempi di essiccazione per ogni trafila (ciascun formato di pasta ha esigenze diverse) esaltandone il sapore e le proprietà nutritive; siamo inoltre alla continua ricerca delle semole migliori e di glutine di alta qualità e pratichiamo la trafilatura al bronzo che conferisce alla pasta la ruvidezza necessaria per trattenere il condimento».

nuda e cruda
La qualità c’è e si vede, anche... a occhio nudo! «Non ci vergogniamo di mettere la nostra pasta a nudo», dichiara Garufi mostrando la totale trasparenza della confezione Garofalo, il bel colore giallo e l’assenza di imperfezioni, l’eleganza della firma nera. «Sta anche in piedi», fa notare sorridendo. Sono fatti così oltre cento formati tra pasta lunga, corta e pastina, gli speciali della linea integrale – Casarecce, Mezze maniche, Mafalda corta, Pappardelle, Spaghetti alla chitarra – dall’elevato contenuto proteico e di fibre e un’intera “giostra” di pastine biologiche per bambini dallo svezzamento in poi che comprende anche un pratico multipack di quattro formati monodose da 125 g ciascuno con tanto di ricette della dieta mediterranea e valori nutrizionali.

«Abbiamo realizzato “La giostra dei bambini” grazie alla collaborazione con il professore Luigi Greco, pediatra della Federazione italiana medici pediatri e professore ordinario all’Università Federico II di Napoli, impiegando le migliori semole di grano duro provenienti da coltivazioni biologiche, controllate e certificate, prive di pesticidi, diserbanti e altri prodotti chimici».

Che non dispiace neanche all’ambiente: il Pastificio Garofalo ha adottato un Sistema di Gestione Integrato Ambiente e Responsabilità Sociale conforme ai requisiti richiesti dalle norme UNI EN ISO 14001:2004 e SA 8000:2001 che prevede un impegno forte alla prevenzione e riduzione dell’inquinamento derivante dalle proprie attività produttive e sul piano della Responsabilità Sociale d’Impresa il rispetto di tutte le leggi e i regolamenti nazionali e internazionali in materia di sicurezza e salute dei lavoratori. gli ori di Napoli

C’è pure una collezione di “ricette smorfiose”, realizzate con le più celebri paste della tradizione partenopea reinterpretate associandole ai numeri della smorfia dal pastificio Garofalo. Che ha anche riprodotto la qualità di sei condimenti tipici della cultura napoletana, i sughi pronti “Genovese”, “Rau”, “Scarpariello”, e le basi per minestre “Past’ elenticchie”, “Past’ episelli”, “Past’ eppatate” e recuperato con la linea Doc che sta per “delizie di onesta cucina” alcuni prodotti alla base della dieta mediterranea. Doc di cui è stata realizzata da poco la seconda edizione nella quale Garofalo ha scelto di sostenere il progetto delle Comunità del Cibo della rete di “Terra Madre” in Campania avvalendosi della collaborazione di Slow Food Campania nella selezione di alcuni prodotti. «Collaborazione che non si limita a questa edizione del Doc ma è il primo passo di un progetto più ampio che prevede il sostegno del pastificio Garofalo alla rete delle Comunità del Cibo in Campania, che rappresentano la storia della nostra cultura alimentare, in linea con i valori fondanti di “Terra Madre”».


Grande Cinema Garofalo

Ricordate il pacco di penne lisce n. 69 sul set di “La cura del gorilla” a fianco di Claudio Bisio, Stefania Rocca, Ernest Borgnine e Bebo Storti? Bene, è solo la prima di una lunga serie di comparse che vede la pasta Garofalo sulle tavole di molti film tra cui “Commediasexi”, “Saturno contro”, “Colpo d’occhio”, “Lezioni di volo”, “Solo un padre”, “N (Io e Napoleone)”. Partita da un legittimo progetto di product placement la passione per il cinema porta il Pastificio Garofalo a stringere prima accordi con Cinecittà-Istituto Luce per la promozione del giovane cinema italiano, a co-produrre poi con Fox “L’Alchimia del gusto” di Edo Tagliavini con Alessandro Preziosi, e a produrre interamente nel 2008 il suo primo cortometraggio, “Questione di gusti”, interpretato Ennio Fantastichini e Iaia Forte per la regia di Pappi Corsicato. Prossima produzione del Pastificio “Armandino e il Madre”, esordio di Valeria Golino alla regia. www.pastaecinema.it

Negli Iper della Campania: pappardelle, tagliatelle nido, schiaffoni, calamarata, fusilli lunghi, pennoni lisci, penne mezzani, pasta mista, occhi di lupo, sigarette ziti, ditali.

Negli Iper di Campania, Lazio e Toscana: penne ziti rigate, penne ziti lisce, rigatoni, elicoidale medio, mezze maniche rigate, fusilli, farfalle, casarecce, linguine, vermicelli, spaghetti. Confezioni da 500 g.


Pastificio Lucio Garofalo SpA
v. dei Pastai 42, Gragnano (NA) - tel. 0818011002
info@pastagarofalo.it;  www.pastagarofalo.it