A prova di imitazione

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14 Novembre 2017
Imitatore, attore, pittore, padre, comunque sia con Dario Ballantini tutto finisce in una bella risata.
di Maria Antonietta Schiavina

Un personaggio poliedrico, il livornese Dario Ballantini – noto al grande pubblico per il programma televisivo Striscia la notizia e per l’imitazione dello stilista Valentino, nonché di altri famosi personaggi dello spettacolo e della politica – è trasformista, attore, pittore, che a 52 anni si diverte ancora come un bambino, sia indossando ironicamente i panni degli altri che riempiendo di colore e passione le sue tele.

Quando ha deciso che da grande avrebbe fatto l’imitatore?
«Fin dall’infanzia amavo camuffarmi, però mi piaceva anche disegnare e mi immaginavo sia attore che pittore».

Com’è iniziata la sua carriera nello spettacolo?
«Ho debuttato nel 1983 con il programma Tv Ciao gente condotto da Corrado Mantoni su Canale 5. Poi mi presero a Striscia per fare le imitazioni. Era il 1994, vivevo a Milano e dormivo in casa degli autori della trasmissione, che a turno mi ospitavano. Il successo tardava ad arrivare e stavo per arrendermi; ma quando nacque l’imitazione di Valentino tutto cambiò».

Oltre a Valentino, che è il suo pezzo forte, quali sono i personaggi nei cui panni è riuscito a calarsi meglio?
«Gino Paoli, Gianni Morandi, Nanni Moretti e ultimamente Papa Francesco. Per non parlare del grande Lucio Dalla a cui ho dedicato lo spettacolo Da Balla a Dalla - Storia di un’imitazione vissuta, regia di Massimo Licinio, che sto portando in giro per i teatri con successo».

Imitatore, attore, pittore. Se dovesse scegliere, a quale delle due attività farebbe più fatica a rinunciare?
«Alla pittura che mi permette di esprimermi al meglio e mi regala più emozioni».

Parliamo di acquisti. Avendo tre figli di età differenti quando deve comprare qualcosa per loro li accontenta sempre?
«A volte ascolto le richieste di ognuno, altre volte decido io, anche perché le loro esigenze cambiano di momento in momento».

Cosa pensa delle famiglie che la domenica portano i figli, invece che nei parchi o al cinema, nei centri commerciali?
«Non sono d’accordo, perché nonostante si viva in una società basata sui consumi, ci sono ancora, specialmente in Italia, cose molto belle da vedere e per gli acquisti non è necessario impegnare i giorni di festa».

Ma lei preferisce comprare nei grandi magazzini o nei piccoli negozi?
«Se ho tempo preferisco i piccoli negozi, dove c’è ancora il rapporto diretto fra venditore e cliente, ma se vado di fretta opto senz’altro per i grandi magazzini e i supermercati, molto più comodi e con ogni cosa a portata di mano»

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