Prosegue la campagna di Coop a fianco dell’Associazione italiana ricerca Alzheimer a cui abbiamo dedicato la copertina di aprile di Nuovo Consumo. Nei primi 15 giorni di giugno si può contribuire alla raccolta fondi acquistando il tonno Coop all’olio di oliva. Da qui alla fine dell’anno altri prodotti saranno abbinati alla campagna – a luglio sarà la volta delle albicocche e a settembre dell’uva – con l’obiettivo di raccogliere 700mila euro da destinare in parte al finanziamento di 25 borse di studio per progetti di ricerca mirati a contrastare questa grave patologia.
Sempre a sostegno dell’iniziativa, nella seconda metà di settembre (il 21 tra l’altro cade la Giornata mondiale dell’Alzheimer) verrà messa in vendita una piantina di erica, simbolo floreale della campagna. In Italia sono oltre mezzo milione le persone afflitte da questa malattia, a cui ogni anno si aggiungono altri 80mila casi. Si calcola che il numero dei malati raddoppi ogni 20 anni e con esso la spesa privata e sociale che oggi è già molto elevata. «E non si tratta solo di costi economici. Ci sono anche i costi umani, soprattutto da parte delle famiglie, fatti di sofferenza e fatica», ha precisato la dottoressa Cristina Pagni, del dipartimento di medicina clinica e sperimentale dell’Università di Pisa, intervenendo a una Consulta delle presidenze delle Sezioni soci di Unicoop Tirreno. Tutti sappiamo che questa malattia colpisce prevalentemente gli anziani, ma anche i più giovani non sono immuni da un’insorgenza precoce dell’Alzheimer che si manifesta con inequivocabili sintomi come il declino delle capacità cognitive, la difficolta di articolare il linguaggio, problemi di orientamento e, nei casi più gravi, disturbi comportamentali e della personalità. «Fattori di rischio sono sicuramente l’età, una certa storia familiare, mutazioni genetiche, traumi cranici – ha spiegato Pagni –, ma si può fare qualcosa sia per prevenire che per ritardare il progredire della malattia.
Per esempio, svolgendo attività intellettuali e sociali, praticando sport, mangiando i cibi della cucina mediterranea, a cui volendo si possono aggiungere alimenti antiossidanti come tè verde e curcuma». Le cure, infatti, sono solo sintomatiche. Esistono cioè dei farmaci che riducono i disturbi ma non cambiano la progressione della malattia, mentre negli Stati Uniti si sperimentano alcuni vaccini proprio per tentare di modificarne il decorso.
Ecco perché la ricerca è importante, ed ecco un buon motivo per sostenere questa campagna.