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5 Luglio 2023
Dalle più semplici e conviviali alle più ricercate e particolari, italiane o di altre tradizioni, senza glutine e analcoliche. Sempre più birre Coop, buone per tutte le occasioni, anche per intenditori

Articolo pubblicato su NuovoConsumo del mese di luglio 2023

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di Rita Nannelli

 

Schiuma. Quella del mare quando un vento deciso batte la cresta dell’onda o quella della birra quando scivola sui fianchi della bottiglia, bianco preludio all’assaggio. O entrambe quando ce ne facciamo una sulla spiaggia.

Con la compagna di una vita, la pizza – ma il tempo non ha tolto sapore alla relazione culinaria – o con nuove compagne, prima inaccessibili (pasta, riso, cereali, insalate, verdure, pesce o carne, purché sia il tipo adatto), la birra è protagonista nei carrelli spinti fra le corsie dei supermercati Coop. 24 tipi, di cui 11 classiche, italiane o d’importazione, e 13 nuove, dalle più semplici e conviviali alle più ricercate per intenditori e abbinamenti audaci.

Sfumature di bionda

In tutto e per tutto capace di creare un’atmosfera informale, la classica bionda Coop è una lager (termine usato per indicare le birre a bassa fermentazione) da malto d’orzo 100% italiano – anche in bottiglia da 66 cl e in lattina da 50 cl –, leggera e poco amara, bella fresca segue alla perfezione la sequenza delle varie portate riuscendo sempre a essere in armonia con il cibo in tavola.

E sempre sui toni del biondo quella senza glutine Bene.sì, prodotta con uno specifico processo che azzera il glutine, come richiesto dalla certificazione e come ci ricorda la spiga barrata sull’etichetta.Ma sul fronte del sapore nessuna rinuncia, è quello pieno e rotondo di una lager in piena regola.

E della bionda Coop anche una versione analcolica (alc. <0,5% vol.) dal gusto fresco e dissetante di una birra ghiacciata, però leggera come una bibita. Potremmo dire, con una libera citazione dantesca, “bionda era e bella e di gentile aspetto”.

Mastri di stile

Bere? È un verbo un po’ generico, più azzeccati gustare, sorseggiare, assaporare quando si tratta delle due nuove birre doppio malto a bassa fermentazione, dal carattere forte e dal grado alcolico deciso (alc. 6,7% vol.).

La chiara è corposa, rotonda e avvolgente, con note di mela, vaniglia e mandorla, mentre la rossa è intensa, ambrata e dalla schiuma cremosa, con sentori di miele e caramello.

Lo stesso accorgimento linguistico serve per le speciali, create dai mastri birrai italiani selezionati da Coop: la non filtrata da 50 cl, gusto rotondo e intenso, chiara, profumata e leggera, e la dry hopping (luppolatura a freddo), una birra IPA ovvero India Pale Ale (si dice che sia stata creata dai britannici durante il periodo coloniale, quando cercavano una birra in grado di resistere ai lunghi viaggi verso l’India senza deteriorarsi). Cioè alta fermentazione, malto chiaro e abbondantemente luppolata, da assaporare senza fretta, giustappunto. L’uso delle competenze dell’arte brassicola qui è davvero accurato.

Raggiungere l’eccellenza

British Strong, gusto elegante e corposo, Irish Red, gusto secco ed equilibrato, e American Pale Ale, gusto intenso ed equilibrato, sono le tre nuove interpretazioni della birra ad alta fermentazione, cioè il Fior fiore della tradizione anglosassone.

Ma nella linea Fior fiore anche un’altra birra per eccellenza, quella belga, prodotta con il metodo tradizionale: oltre alla Blonde (doppio malto) e alla Blanche (malto d’orzo e frumento), la nuova Tripel, chiara e forte (alc. 8,5% vol.), rifermentata in bottiglia, così chiamata dai mastri birrai trappisti del Belgio per descrivere la loro birra più risoluta.

Fanno onore ad altre due grandi tradizioni la bavarese Weiss, di frumento, la bianca regina delle tedesche, e la Irish Stout, la scura corposa, tipica dei pub irlandesi.

Tra le più modaiole, la bottiglia con su scritto Selezione Inghilterra che annuncia una India Pale Ale, amara, sapore acceso e grado alcolico robusto (alc. 6% vol.), prodotta nel Regno Unito secondo il vecchio metodo coloniale.

Per soddisfare la sete di novità degli italiani altre due Fior fiore, la Munich Helles, bavarese Igp limpida e dorata, e la birra ceca per antonomasia, la Bohemian Pilsner, in bottiglia da 50 cl. Con lei il boccale (o un calice a chiudere, forse meglio per mantenere il delicato profumo di luppolo) si tinge di dorato carico, fresca in bocca, un attacco al malto, che ricorda i cereali e la crosta di pane, anticipa il delicato amaro erbaceo finale, indicazioni chiare di come i mitteleuropei la pensano in fatto di birra: versatile e perfetta per ogni occasione conviviale.

Nel Belpaese dall’aperitivo alla pizza, in compagnia degli amici più cari. L’atmosfera è gioiosa. Scene di leggerezza e grandi sorrisi, immortalate da una miriade di foto nello smartphone, documentano la stagione “presente e viva”...

 

Vada per la birra

Sulle sue caratteristiche nutrizionali la parola al biologo nutrizionista Massimiliano Matteoni.

La birra è la bevanda alcolica più diffusa nel mondo. Si produce facendo prima germogliare l’orzo che sarà successivamente sottoposto alla torrefazione, ottenendo il malto che, dopo essere stato macinato, sarà immerso in acqua calda. A questa miscela si aggiunge il luppolo per conferire alla birra il tipico gusto amarognolo. Si procede così alla fermentazione grazie agli appositi lieviti che trasformano il maltosio in alcol etilico e anidride carbonica. Dopo altri processi, quali la chiarificazione, la maturazione e la filtrazione, la birra è finalmente pronta per essere imbottigliata.

Il colore più chiaro o più scuro dipende dalla temperatura di torrefazione a cui è stato sottoposto il malto. La birra ha un contenuto alcolico relativamente modesto che può variare dal 3 al 9%, è ricca di alcune vitamine del gruppo B, come la B6 e soprattutto l’acido folico (B9). Inoltre ha un’elevata concentrazione di potassio e bassa di sodio, cosa che può contribuire a tenere sotto controllo l’ipertensione. Tuttavia presenta anche una discreta concentrazione di maltodestrine, che insieme all’alcol tendono a stimolare la secrezione di insulina, favorendo il deposito di grasso viscerale nella zona addominale.