Se andate all’Isola d’Elba, quest’estate, fate un salto a Marciana Marina. Giunti che siete al porticciolo, troverete un bar. Se entrate prima dell’una, evitate di chiedere un caffè perché non vi verrà servito. A meno che dietro al bancone, anziché il Viviani, non ci sia lei, Tiziana (la Tizi per gli amici), al secolo Enrica Guidi, giovane, brava e bella co-protagonista di Filippo Timi ne I delitti del BarLume, la serie Tv tratta dai racconti di Marco Malvaldi in onda da quattro stagioni su Sky. Però fate attenzione, se è nervosa non stuzzicatela, potreste pentirvene; ma se si vi accoglie con un sorriso inequivocabilmente cordiale, allora fatevi avanti perché il BarLume diventerà la vostra seconda casa, almeno fino a che durano le riprese degli episodi che vedremo l’anno prossimo in Tv.
32 anni appena compiuti, Enrica Guidi è nata a Cecina (LI), ma preferisce il mare di Castiglioncello, con le sue calette scogliose. Adesso, però, si è fatta romana, «anche se torno volentieri a casa per stare con la mia famiglia e gli amici», dice con quel suo sorriso schietto e solare, quasi timido, dietro al quale si cela una personalità determinata e tenace.
Com’è che è finita nel cast del BarLume?
«È successo quasi per caso. Sono laureata in scienze motorie, ma ho iniziato anche a studiare recitazione, ho frequentato corsi di dizione, ho fatto stage a Parigi e master di doppiaggio. Così, mentre mandavo foto e curriculum ovunque, ho letto che cercavano una ragazza toscana atletica per un casting. E allora mi sono detta, questa sono io. Mi hanno chiamata a fare una serie di provini, però non credevano che fossi toscana. Sa com’è, vai a fare i corsi di dizione e poi ti chiedono di parlare con un accento particolare. E così ho iniziato un monologo in livornese che ha spazzato via ogni dubbio sulla mia toscanità».
L’hanno presa per un ruolo che, iniziato in sordina, si è evoluto diventando un personaggio a tutto tondo.
«È vero. La cosa bella della serie è che il mio personaggio è cambiato nel corso delle stagioni. Ho potuto vivere insieme a Tiziana tante esperienze esistenziali come innamorarsi e pensare di mettere su famiglia, prendere “scottature”, fortificarsi e dedicarsi alla carriera. Sono affezionatissima al mio personaggio, mi diverte molto e ogni volta che salgo sul traghetto per l’Elba sento che questo personaggio entra dentro di me».
Un personaggio con un bel caratterino. Se non sbaglio in uno degli ultimi episodi ha letteralmente sfasciato il BarLume.
«Nel cinema riesci a fare delle cose che non faresti mai. Ed è assai divertente perché ti dà la possibilità di far vivere i personaggi. Comunque consiglio a chiunque di affittarsi una stanza e spaccare tutto, è liberatorio. Scherzi a parte, spero che questa storia del BarLume continui a lungo».
Anche perché adesso ne è diventata proprietaria.
«Sì, anche questo fa parte dell’evoluzione del mio personaggio. Tiziana prima va a gestire un ristorante con Aldo, uno dei 4 “bimbi” stagionati insieme a Gino, Emo e Pilade, poi trova un impiego al magazzino dei rifornimenti, infine diventa proprietaria del BarLume mettendo da parte il suo ex datore di lavoro, Massimo Viviani, interpretato dal bravissimo Filippo Timi».
Una bella carriera. Chissà dove arriverà nelle prossime puntate, fra un omicidio e l’altro... Quando inizieranno le riprese della quinta stagione?
«A fine mese si torna sul set di Marciana Marina. Non vedo l’ora di ritrovare i colleghi, il regista, la troupe e gli abitanti del posto che ci accolgono sempre con molto calore».
Recentemente l’abbiamo vista anche su Celebrity MasterChef insieme alla Cucinotta e Alex Britti.
«È stata un’esperienza carina di puro divertimento. Niente competizione anche perché non sono una cuoca. Quando sono da sola non cucino volentieri, il cibo per me è legato molto a un’idea di socializzazione, alla famiglia, all’amicizia, a nuove conoscenze. I veri esperti di cucina sono i miei genitori e prima di loro le mie due nonne».
Il suo rapporto col cibo.
«Sono golosa come tanti, però sto attenta a che cosa mangio, ma senza farne un problema. Anche perché non ce la farei e diventerebbe una schiavitù».
So che torna spesso da queste parti.
«Amo viaggiare tantissimo perché viaggiare apre la mente, mi piace il confronto tra culture e costumi diversi, vedere che cosa c’è al di là di dove sono cresciuta. Però poi torno nella mia terra perché sento il legame con gli amici, la famiglia e il mare. Il vero nutrimento parte da qua, ogni volta che parto per qualche viaggio è un andare per ritornare. Il benessere vero sta nelle cose più semplici, autentiche, genuine, è questa la linfa che ti dà l’energia per fare tutto il resto e che ti riporta coi piedi per terra. È importante ricordarsi ogni tanto chi siamo, cosa ci fa stare bene, da dove veniamo, l’essenza della vita insomma, perché siamo un po’ troppo alienati e questo ci fa vivere una realtà distorta».
Ma c’è qualcosa che fa arrabbiare Enrica?
«Mi fa arrabbiare la violenza sulle donne, una cosa insopportabile. Mi fa arrabbiare l’ingiustizia, l’abuso di potere. Ecco perché accanto alla professione mi piacerebbe impegnarmi socialmente».