Un italiano vero

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100% italiano anche il latte a lunga conservazione. La risposta di Coop a un mercato che cambia, nel segno della sicurezza e della qualità.
di Sara Barbanera

Fresco, microfiltrato e ora anche a lunga conservazione: il latte Coop è tutto nazionale, come si legge sull’etichetta: “latte 100% italiano”. E sulle confezioni di latte Uht Coop, nuove anche nella veste e nel comodo contenitore con il tappo, la piccola bandiera tricolore non lascia dubbi sul made in Italy.

La nostra via lattea
Quello del latte è un mercato sempre più complicato, in fase di grande cambiamento e con molte e diverse esigenze. Sì, perché se per molti il latte è sicuro e fa bene, per altri è diventato un prodotto da consumare con moderazione, sia per l’intolleranza al lattosio che per la volontà di ridurre proteine e grassi animali. Incide negativamente anche il cambio di abitudini alimentari: secondo i dati dell’Osservatorio Doxa-Aidepi Io comincio bene, il 14% delle persone non fa più colazione in modo regolare; una parte di quelle che continuano a farla ha ridotto il consumo di latte di mucca, consuattualità 16 inchiesta 100% italiano anche il latte a lunga conservazione. La risposta di Coop a un mercato che cambia, nel segno della sicurezza e della qualità. Un italiano vero mando tipi di latte alternativi, come quelli di riso o di soia, o altre bevande, come il ginseng e l’orzo. «Negli ultimi 3 anni – spiega Roberto Nanni, responsabile strategia prodotto a marchio di Coop Italia – i dati del consumo mondiale del latte riportano una crescita dell’1,2% e, per il prossimo triennio, si stima un aumento di un altro 2%. Ma il mondo viaggia a due velocità, perché la crescita riguarda i Paesi in via di sviluppo, mentre si registra un calo in quelli sviluppati. In Italia, infatti, il consumo di latte è diminuito – sottolinea Nanni nel fotografare l’evoluzione del mercato di casa nostra –: il latte fresco e quello microfiltrato, che insieme valgono 497 milioni di litri, hanno registrato un calo del 5,2%; per quello Uht, con i suoi 1257 milioni di litri, c’è stata una perdita leggermente più contenuta, del 3,3%». Vero è che l’Italia è un paese anomalo: usa più della metà della sua produzione di latte per trasformarla in eccellenze Dop e Igp. «Sì, e il resto della produzione italiana viene consumata come latte fresco o usata per la produzione di formaggi non tipici. La parte di latte mancante, circa il 40%, viene quindi importata dall’estero», conferma l’esperto di Coop Italia.

All’Origine
In questo mercato la risposta di Coop è stata quella di puntare sul nostro paese, per dare ulteriori garanzie di sicurezza e qualità. «Da qualche mese il latte Uht Coop è 100 per cento italiano in tutte le tipologie (intero, parzialmente scremato e scremato), dando ai consumatori garanzie sulla provenienza e tutelando il comparto zootecnico, produttivo e distributivo italiano. Inoltre – continua Nanni –, per rispondere alle nuove abitudini alimentari, siamo intervenuti anche sul packaging, adottando un contenitore col tappo che facilita sia il versamento del latte che la chiusura della confezione. Sul latte fresco e microfiltrato abbiamo dato garanzie maggiori rispetto a quelle imposte dalla legge, per rispondere al bisogno di sicurezza e qualità. Da qui è nata la linea Origine che garantisce la provenienza italiana, l’alimentazione delle mucche senza ogm, senza proteine e grassi animali, l’accurata selezione degli allevamenti e dei mangimifici e il controllo sull’intera filiera delle caratteristiche igienico-sanitarie del prodotto».

Sistemi di controllo
E poi c’è il capitolo tutt’altro che secondario dei fornitori. «Abbiamo tre strumenti – riprende Nanni –: la selezione dei fornitori, secondo criteri rigorosi; le norme sul contratto con standard chimico-fisici e batteriologici di produzione più severi rispetto alla legge; i controlli sistematici e puntuali, con analisi e ispezioni effettuate lungo le fasi di produzione e distribuzione, con interventi immediati in caso di irregolarità. L’inserimento di nuovi allevamenti, mangimifici e latterie è un processo lungo e rigoroso – precisa Nanni –. Fin dal 2005 sul latte abbiamo 2 certificazioni da parte di enti terzi, che attestano sia il sistema di controllo che Coop effettua sia la provenienza del latte da animali alimentati solo con mangimi vegetali e non ogm. Negli stabilimenti di lavorazione ci devono essere sistemi adeguati per non perdere la tracciabilità e serbatoi dedicati per non mescolare il nostro latte con quello di altri allevamenti. I controlli si svolgono con una media di circa 50 interventi e 200 analisi annuali, che si sommano ai piani di autocontrollo dei fornitori», conclude Nanni. Più sicuro di così...

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