Una vera cooperazione

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Il percorso di rilancio di Unicoop Tirreno passa dal rafforzamento del patrimonio, da un ambizioso piano di ristrutturazione aziendale e dall’intervento delle altre cooperative di consumo. Per un mondo Coop sempre più forte e solidale. Ne parliamo con il direttore generale Piero Canova.
di Aldo Bassoni e Rita Nannelli

«Uno straordinario impegno solidale dell’intero movimento cooperativo per rafforzare il patrimonio e tutelare i soci». Il direttore generale di Unicoop Tirreno, Piero Canova, commenta così l’adozione dei nuovi strumenti finanziari di partecipazione emessi dalla Cooperativa per rispondere alle nuove disposizioni della Banca d’Italia sul rapporto tra patrimonio ed entità del Prestito sociale. Proprio nelle scorse settimane le Assemblee Separate Straordinarie delle Sezioni soci (l’Assemblea Generale dei Delegati è fissata per il 5 dicembre) hanno dato il via libera al “Regolamento di emissione, contenente le regole relative alle caratteristiche, al contenuto, ai diritti, alla durata, alle modalità e alle condizioni di emissione, nonché le norme di circolazione e di funzionamento degli Strumenti Finanziari Partecipativi”.

Sicurezza totale

Del resto, nel “provvedimento recante disposizioni per la raccolta del risparmio dei soggetti diversi dalle banche”, la Banca d’Italia ribadisce che le società cooperative possono certamente effettuare la raccolta di risparmio presso i propri soci “purché l’ammontare complessivo dei prestiti sociali non ecceda il limite del triplo del patrimonio” della Cooperativa stessa. Il mondo cooperativo ha iniziato già da tempo a studiare e mettere a punto un meccanismo per gestire al meglio questo tipo di problematica. Dopo una serie di discussioni è stato deciso di costituire uno strumento di supporto per consentire a Unicoop Tirreno di rispondere in pieno ai parametri richiesti dalla Banca d’Italia. «Il fatto che il massimo organo di vigilanza del risparmio abbia ora emanato nuove e più stringenti regole dimostra che il sistema cooperativo – sottolinea Canova – è ritenuto una realtà di primaria importanza nel panorama economico italiano».
Non solo, ma un’autoregolamentazione disposta dalla Lega Nazionale delle Cooperative (Legacoop) e dall’Associazione Nazionale delle Cooperative di Consumatori (Ancc) impone a tutte le imprese associate di impiegare almeno il 40 per cento del prestito in attività liquide o prontamente liquidabili in modo da avere sempre un’adeguata disponibilità. Quindi si tratta di una protezione che è ancora maggiore rispetto ad altre forme d’impiego del denaro e un’ulteriore garanzia per chi decide di prestare i propri soldi alla Cooperativa. Tutto questo a completa tutela dei soci prestatori.

Fase di rilancio

Ecco dunque che, grazie alle cooperative che decideranno di investire nei nuovi Strumenti Finanziari Partecipativi, ci sarà un importante apporto al patrimonio di Unicoop Tirreno. «È la prima volta che il mondo cooperativo si attiva a sostegno di un’altra cooperativa utilizzando questo strumento – afferma Canova –. Questo significa che Unicoop Tirreno non è sola e che la cooperazione di consumo è più forte, potente e solidale».
A partire da questo sostegno patrimoniale, Unicoop Tirreno potrà ristrutturarsi e tornare a produrre reddito attuando un impegnativo Piano di rilancio che, nell’arco di un triennio, riesca a riportare in attivo la gestione commerciale, sia pure nelle condizioni di un mercato dei consumi alimentari poco dinamico e in un regime di forte concorrenza. Il Piano di rilancio si articolerà su più fronti – si legge nel comunicato stampa diffuso all’indomani del Consiglio d’Amministrazione del 15 novembre scorso –: dalla “revisione della rete di vendita al miglioramento contrattuale degli acquisti, allo sviluppo del franchising”, senza trascurare ovviamente il tema del “recupero dell’efficienza, il contenimento dei costi, la riduzione delle spese di gestione della rete di vendita e della sede, l’adeguamento degli organici alle effettive e mutate esigenze e il cambiamento importante anche nel management aziendale”. Nei prossimi numeri di Nuovo Consumo tratteremo più dettagliatamente ciascuno di questi capitoli. «Si apre dunque una fase impegnativa – conclude Canova – che affrontiamo convinti che la Cooperativa abbia tutte le possibilità e le risorse al suo interno per rilanciare e migliorare la sua attività e tornare ad essere protagonista della Grande Distribuzione nei territori dove è presente».

 

Piero Canova porta la sua esperienza manageriale in Unicoop Tirreno.
57 anni, veneziano, Piero Canova ha conseguito la laurea in ingegneria chimica all’Università di Padova e ha iniziato la sua carriera professionale come ricercatore nel Gruppo Olivetti. Successivamente ha sviluppato il suo percorso nell’area commerciale di Exxon Chemicals, Montedison, Irca e Riello. Ha guidato la Divisione Radiators di De Longhi per 10 anni, prima come direttore vendite & marketing e poi come amministratore delegato.
Dal 2007 ha lavorato a progetti di riorganizzazione e ristrutturazione, prima come direttore generale del Gruppo Ferroli e, dal 2010 al 2014, nel Gruppo Seves come direttore di divisione e poi amministratore delegato.
Recentemente ha sviluppato una start up innovativa nel settore del riscaldamento e della climatizzazione.