Una vita in vacanza

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Più Italia che estero, più mete marittime, alla ricerca del meritato relax. 88 italiani su 100 vanno in vacanza, stesso budget previsto, ma non “stessa spiaggia stesso mare” dell’anno prima per 8 vacanzieri su 10. Per le prenotazioni si punta molto sul fai da te, ma si confermano le agenzie di viaggio in nome di fiducia e qualità del servizio, oltre che per le offerte vantaggiose.
di Dario Guidi e Rita Nannelli

 

Sempre più stranieri che arrivano. Sempre più italiani che partono. Per l’industria italiana del turismo negli ultimi tempi le cose non sono andate per niente male. Un po’ di dati per capirci: 427,4 milioni di pernottamenti in Italia nel 2017, con un aumento del 5,4% rispetto al 2016 dovuto sia alla crescita delle presenze italiane che di quelle straniere. Secondo l’Istat, lo scorso anno il numero complessivo di viaggi con pernottamento fatti dai residenti in Italia è stato pari a 66 milioni e 347mila, valore in crescita rispetto al 2016 per merito dall’aumento dei viaggi per ferie. È aumentata lievemente anche la durata media, arrivando a oltre 5 notti e le vacanze lunghe – oltre 4 notti – sono in sensibile aumento (+9,1%) per il secondo anno consecutivo. «Il 2017 è stato un anno molto positivo per il turismo italiano, in deciso recupero rispetto agli anni della crisi economica. Il nostro paese è la terza destinazione a livello europeo e quinta a livello mondiale, dietro a Francia, Stati Uniti, Spagna e Cina. E quest’anno non sarà da meno, a giudicare dalle previsioni», commenta Magda Antonioli, docente di macroeconomia, economia e politica del turismo all’Università “Bocconi” di Milano.

Sapore d’estate
Ai numeri, tutt’altro che trascurabili del 2017, si aggiungono, infatti, a conferma di questa tendenza vacanziera italica, quelli emersi dall’indagine realizzata da italiani.coop (il sito che svolge analisi e studi per il mondo Coop) per conto di Robintur Travel Group, società a cui fa capo la più grande rete italiana di agenzie di viaggi, proprietà di Coop Alleanza 3.0. Ebbene quello che viene fuori da questo sondaggio è che nel 2018 pensano di andare in vacanza 88 italiani su 100 contro gli 80 su 100 che ci sono realmente andati nel 2017 (già un +12% sull’anno prima). I vacanzieri dunque aumentano e si dicono soddisfatti della lunghezza del loro soggiorno: più di 7 su 10 faranno vacanze della stessa durata dell’anno precedente; stesso discorso per la spesa confermata da 7 italiani su 10.E per concedersi le meritate ferie gli italiani sono disponibili a tagliare su diversi altri versanti: dal ristorante all’abbigliamento, dalla cura del corpo allo sport, e quasi 1 italiano su 3 risparmierebbe perfino sul carrello della spesa. Stessa spiaggia stesso mare? No. Un altro cambiamento che emerge è che sembra conclusa l’era delle case al mare: 8 intervistati su 10 dicono che vogliono cambiare destinazione. Anche nelle agenzie Robintur e Viaggi Coop si è registrata una domanda particolarmente vivace: per quest’estate le mete più ri-chieste sono in Italia, soprattutto per le l’intervista vacanze al mare, seguite da Spagna, Grecia e Stati Uniti; piacciono poi le crociere, sia nel Mediterraneo sia nei paesi nordici. Russia e Canada crescono, come pure il Giappone, in grande ripresa l’Egitto. Torna ad essere molto richiesto il mese di agosto, un ulteriore indizio che un numero sempre più alto di famiglie sta investendo sulle vacanze estive. Infatti le ferie si allungano, con un particolare aumento dei viaggi dai 10 ai 14 giorni.

A onor di patria
«Ciò che è cambiato negli ultimissimi anni, e che si conferma nel 2018, è che nel potenziale turistico dell’Italia hanno cominciato a credere anche gli italiani, restando in patria per le vacanze, alla scoperta dei borghi e del patrimonio “minore”», sottolinea Antonioli a conferma dei dati della ricerca Coop- Robintur. E quasi tutti prenotano, an-che se non con molto anticipo. Nell’era di internet si punta molto sul fai da te, e chi ha usato o usa un’agenzia viaggi è quasi 1 italiano su 5, scegliendola per lopiù per le buone offerte o per il rapporto di fiducia. «Nonostante la crescita degli acquisti di voli e alberghi on line – spiega Claudio Passuti, direttore generale di Robintur Travel Group – non è detto che con il fai da te sul web si risparmi sempre o si trovi la soluzione migliore. Le nostre agenzie restano un punto di riferimento importante per i consumatori e soprattutto per i soci Coop. Sono molti i casi in cui l’aiuto di un agente di fiducia che sa scegliere e proporre con competenza, fa la differenza, ad esempio per viaggi di nozze o nei paesi molto lontani, risparmiandoci brutte sorprese e assicurandoci di vivere un’esperienza di viaggio indimenticabile a prezzi vantaggiosi », rimarca Passuti. Un altro segno dei tempi: si va in vacanza con il proprio animale da compagnia e questo influisce sulle scelta della località e soprattutto del tipo di struttura. Tra chi ha un cane, 1 su 2 lo porterà con sé e in molti sono disposti a pagare tra il 5 e il 30% in più per avere servizi adeguati. Anche chi ha un gatto lo porta con sé in almeno 1 caso su 4. Tutti pronti a partire, ma con armi e bagagli.

 

Formato famiglia 
Come dovrebbe essere la vacanza se a partire sono anche i bambini.
Consigli utili da Elena Armano, psicologa e psicoterapeuta, a uso e consumo dei genitori.
  (di  Rita Nannelli)
«Stanchi della routine casa-lavoro-figli, vogliamo uscirne per qualche tempo. In questi casi un cambiamento di luogo ha un effetto molto benefico e la prospettiva di una vacanza è sempre affascinante. Passare, però, da una fantasia al progetto reale non è semplice come sembra, soprattutto se siamo genitori: ci sentiamo stanchi anche solo al pensiero della partenza. Andare in vacanza con loro richiede programmazione e preparazione, e anche una buona dose di adattamento e di pazienza», premette Elena Armano, psicologa e psicoterapeuta specializzata nell’età evolutiva.
Comunque gli italiani, dati alla mano, non rinunciano alla vacanza. Ma per un bambino vacanza che cosa significa?
«Significa cambiamento rispetto ai ritmi e agli ambienti a cui è abituato, tempo libero dagli impegni spesso eccessivi del resto dell’anno, tempo per avere i genitori tutti per loro. I genitori di oggi questo lo sanno e non sempre ne sono entusiasti, sanno che la vacanza non sarà un periodo di riposo. Anzi, può essere faticoso rinunciare alle proprie mete e al proprio stile di viaggio, anche se lo si fa in nome del benessere dei figli Allora una soluzione potrebbe essere quella di prevedere, prima o dopo il viaggio con i figli, uno senza di loro».
Torniamo ai piccoli di famiglia: quali sono gli aspetti positivi e quelli negativi di un viaggio?
«Ci sono differenze dovute all’età, ma in generale le vacanze saranno piacevoli se genitori e figli faranno davvero le cose insieme, così da rafforzare il loro rapporto attraverso esperienze gradite a tutti. I bambini non possono sapere quello che li aspetta e sono poco flessibili, perciò più saranno informati più si adatteranno e si ridurranno gli aspetti negativi della vacanza».
Non esiste dunque una ricetta per la vacanza perfetta con i figli?
«In ogni vacanza ci sono tante cose da fare e da vedere, ma per i bambini di quasi tutte le età uno dei fattori più importanti è un ambiente a propria misura: ad esempio, al mare spiagge comode e sicure, in montagna percorsi semplici e protetti. Gli adulti possono essere attratti da mete esotiche o da spiagge deserte, ma i bambini preferiranno spazi in cui giocare in libertà e la presenza di coetanei. Non aspettiamoci poi che si siedano a lungo a ammirare un panorama o che non diventino fastidiosi quando hanno fame o sono stanchi».
Da quale età è opportuno portare il bambino in viaggio?
«I bambini possono essere portati in viaggio a qualunque età con le dovute accortezze. E prima si comincia ad andare in vacanza, fino dalla tenera età del bambino, prima lui si abituerà. In ogni caso è bene viaggiare il più leggeri possibile, magari pensando a un piccolo zaino che possono portare loro e che contiene qualche gioco e libro. I bambini dai 5 anni in su possono essere coinvolti facendoli sentire dei piccoli esploratori, un blocco con matite colorate e una macchina fotografica usa e getta daranno il via a una vera e propria avventura. Le fotografie serviranno a ricordare le belle giornate trascorse insieme». Un piccolo vademecum per la partenza... «La durata della vacanza si è ristretta rispetto al passato e questo rende più difficile conciliare le diverse esigenze a costo di un maggiore sforzo di adattamento. È importante per questo non porsi obiettivi troppo alti correndo il rischio di rimanere delusi e rientrare affaticati, anziché riposati. Quanto al mezzo di trasporto non c’è quello ideale o migliore rispetto a un altro, ma accorgimenti diversi. Ad esempio, se si viaggia in automobile sarebbe meglio partire intorno all’orario del riposino. Se si utilizza un mezzo di trasporto inusuale, aereo o treno, prevedere un surplus di eccitazione che ogni bambino esprimerà a proprio modo. Portarsi degli oggetti da casa è per lui molto rassicurante»

 

Viaggio in Italia In crescita, ma con ampi margini di miglioramento.
Del settore turistico in Italia parliamo con Magda Antonioli, docente di macroeconomia, economia e politica del turismo all’Università “Bocconi” di Milano.
(di Dario Guidi)
 Cominciamo con i dati salienti del settore turistico italiano nel 2017.
«Con oltre 427 milioni di presenze negli esercizi ricettivi (+5,9% rispetto all’anno precedente, secondo i dati Eurostat 2017) il nostro paese è tra le mete più visitate al mondo. Molto bene anche la spesa turistica incoming (cioè gli stranieri che vengono in Italia, ndr), pari a 39 miliardi di euro (+7,2% rispetto all’anno precedente) e la bilancia turistica (+8,7% sul 2016)che mostra un saldo netto positivo di 15 miliardi di euro. Oltre alla domanda, in costante crescita negli ultimi anni anche l’offerta, che vede l’Italia prima in Europa per numero di camere in hotel con oltre 1 milione di stanze (dati Istat, 2017). A questi numeri vanno poi aggiunti i risultati dello short rental a fini turistici – cioè degli affitti privati, che non figurano nelle statistiche ufficiali –, che sta crescendo a doppia cifra e rappresenta ormai di fatto quasi la metà dei posti letto. Questo per segnalare la vitalità di un settore, il cui contributo sull’economia italiana è salito nel 2017 a 223,2 miliardi di euro, pari al 13% del pil e che può contare, tra diretti e indiretti, su oltre 3,4 milioni di occupati, pari al 14,7% del totale italiano»  
È migliorata la nostra capacità di promuovere il nostro paese e di offrire servizi adeguati ai turisti?
«L’Italia è andata bene anche un po’ per mali altrui, in primis per una diminuzione della sicurezza percepita in diversi dei nostri “rivali” tradizionali. Ma, come hanno dimostrato recenti studi, sono gli italiani ad avere un’opinione negativa del loro paese, mentre il brand Italia sui mercati stranieri ha un’accezione più che positiva. Oltre a essere vista come patria della bellezza, l’Italia è percepita come una destinazione dall’offerta unica e autentica (in contrasto alla crescente globalizzazione) e di qualità, legata al benessere e all’arte di vivere, tendenze oggi di primaria importanza per il turismo. Negli ultimi tempi comunque anche gli italiani hanno riscoperto il loro paese come meta vacanziera. Infine a spiegare i numeri del 2017 si aggiungono anche i nuovi flussi provenienti da mercati fino a poco tempo fa meno conosciuti».
Quali gli aspetti che l’industria turistica deve migliorare per recuperare terreno rispetto agli altri paesi europei e non solo?
«Gli studi a cui accennavo rilevano che chi ha visitato l’Italia ha vissuto un’esperienza complessivamente soddisfacente e, messo di fronte alla possibilità di un’altra vacanza, la sceglierebbe nuovamente. Ciononostante non bisogna abbassare la guardia e tanto il pubblico quanto i privati devono continuare a guardare al turismo come a un settore strategico per il nostro paese. Questo significa innanzitutto coordinarsi anche con altri settori per una migliore organizzazione che consenta la promozione sui mercati internazionali. In seconda battuta è necessario continuare a investire, innanzitutto in infrastrutture (ferrovie, aeroporti ecc.), principalmente al sud, ma anche nell’ospitalità. E poi occorre investire nella formazione: il fattore umano è ciò che fa la differenza e un personale qualificato è fondamentale se si vuole proporre un’esperienza di qualità».
La forte crescita del numero dei visitatori nei musei conferma che la chiave del nostro successo sta nella capacità di valorizzare il patrimonio artistico e culturale? O occorre un mix di fattori?
«Gli ultimi anni hanno visto una grande crescita del turismo e, più in generale, dei consumi culturali. Nello stesso tempo, però, la grande attrattiva esercitata dal nostro paese si fonda su un mix ben integrato di risorse che l’Italia è in grado di offrire. Oltre a un patrimonio ricchissimo (e diffuso su tutto il territorio!), il nostro paese può dare risposte concrete a quella ricerca di autenticità e di benessere, inteso come armonia con la natura e contatto con la comunità, che si esprime nella visita ai piccoli centri e in una relazione diretta con gli abitanti, alla scoperta di quello stile di vita italiano oggi molto apprezzato all’estero. Dal riconoscimento della creatività e del ruolo attivo dell’uomo che con il suo lavoro e il suo sapere dà valore al prodotto passa, invece, il successo di altri due pilastri dell’offerta del nostro paese: l’enogastronomia e il made in Italy. È proprio questo mix che ha permesso di sviluppare, accanto al filone culturale, altri segmenti di mercato: dai viaggi di nozze a quelli in occasione di fiere, eventi, congressi, fino al turismo legato allo shopping».