In principio erano gli sms. Poi i social network, poi le applicazioni di instant messaging, una sorta di pronipoti del celebre messaggino: gratis, immediate e a portata di clic. Chattare è ormai tra le principali attività svolte ovunque e comunque: c’è chi lo fa usando i software già installati sui sistemi operativi del proprio smartphone, come Apple iMessage o Google Hangout; chi, invece, preferisce scaricare applicazioni di altre aziende, molto in voga tra i giovani.
Raccogliere il messaggio
Ecco allora Whatsapp, Messenger, Telegram, Snapchat, WeChat e ancora e ancora, perché il mercato è sempre pronto a sfornarne di nuove. Le più usate sono sicuramente Messenger, la app di Facebook, con 600 milioni di utenti, e Whatsapp che ha raggiunto gli 800, ma tra le più innovative c’è Snapchat, con 100 milioni di utenti, che permette di scambiarsi messaggi, foto e brevi video che verrano cancellati automaticamente, mentre in Asia a dominare il mercato sono Line e WeChat. Ma a far parlare maggiormente di sé oggi è Telegram, grazie alle tantissime nuove funzioni che propone e le interessanti potenzialità. Soprattutto per il mondo del giornalismo. Perché ormai la comunicazione passa di qui. E non è un caso che le principali testate giornalistiche stiano scoprendo il mondo delle app. Così, insieme ai messaggi di amici e contatti, stanno cominciando a comparire sugli smartphone articoli e news. «Che le chat app siano parte del mondo del giornalismo è ormai una realtà – spiega Alessandro Cappai, giornalista e docente di giornalismo digitale all’Università di Torino –. “The Guardian” e altri giganti del giornalismo le indicano come il vero nuovo strumento di navigazione e informazione, soprattutto per alcuni aspetti fondamentali. Parlo ovviamente della facilità di coinvolgimento di giovani generazioni, ma ci sono anche altri aspetti caratterizzanti. Telegram, per esempio, è un’applicazione di messaggistica che basa la sua diffusione sulla sicurezza e criptatura del messaggio. Da questo punto di vista è chiaro il rapporto con la tutela della fonte in ambito giornalistico».
Campo di applicazione
È un approccio molto diverso rispetto alla ricerca del clic che spesso sta dietro alla diffusione via social degli articoli, oggi in forma di instant articles. Alcune piattaforme di messaggistica consentono alle agenzie e aziende di comunicazione e informazione di diffondere messaggi agli utenti in modo automatico: non solo notizie, ma anche aggiornamenti meteo e sul traffico, ad esempio. Mentre altre testate preferiscono che sia la redazione a inviare gli aggiornamenti, in modo da creare un vero e proprio dialogo con i lettori. Sul fronte dei contenuti, uno dei vantaggi delle piattaforme di messagistica è che possono diffondere non solo link, ma video, audio, immagini ed emoticons così da accrescere l’impatto sui destinatari del messaggio. Anche la ricezione personale della notizia rende le chat app più accattivanti, creando un legame diretto e interattivo. «L’uso di internet avviene prevalentemente tramite dispositivi mobili. È chiaro quindi che bisogna andare dov’è il pubblico – continua Cappai –. Il boom riguarda soprattutto Telegram, grazie all’uso innovativo di bot e dei canali di broadcasting (vedi glossario, ndr)». Al momento sono ancora poche le testate ad avere un canale: “La Repubblica”, “La Gazzetta dello Sport”, “Wired”, “Vice News” e pochi altri. Numeri molto piccoli, anche per quanto riguarda gli iscritti. «In Italia c’è un notevole ritardo – conferma Cappai – e, salvo alcuni casi, una scarsa attitudine. Spesso non si ha padronanza del mezzo e non si studiano strategie ad hoc. Mentre giornali come “The Guardian” o “New York Times” sanno come muoversi e raggiungere i lettori, usando più piattaforme, come Instagram e soprattutto Snapchat, altra chat app molto promettente. L’idea è quella del racconto della notizia a 360 gradi, fondendo più strumenti per raggiungere il pubblico e immergerlo in ciò che accade nel mondo»
Telegram diffusione
Ecco che cos’è e come funziona Telegram.
Con 350mila nuovi utenti al giorno Telegram è l’app di messaggistica in più rapida crescita, usata per comunicare tra amici e con il grande pubblico. È disponibile gratuitamente su Android, iPhone, iPad, web, Windows, Mac e Linux e su Windows Phone. Telegram è una piattaforma molto aperta, che funziona attraverso il cloud, strumento informatico che permette di condividere i dati su più dispositivi: le chat saranno così sempre sincronizzate. Con Telegram si possono anche creare chat segrete, ovvero conversazioni dove i contenuti condivisi si autodistruggono in base a un timer personalizzabile. E se qualcuno prova a fare uno screenshot, Telegram avvisa con una notifica. Quest’app consente anche di creare gruppi fino a mille persone, creare canali di broadcasting, inviare file fino a 1,5 Gb, registrare messaggi vocali, condividere gif, video, foto e stickers, interagire con bot e molto altro ancora. L’unica cosa indispensabile è avere un numero di telefono. Si potrà essere contattati solo da chi ne ha uno, a meno che non si decida di impostare un username appositamente per Telegram.
Glossario
Canale Broadcasting Sistema di invio messaggi a senso unico a più riceventi.
Stickers Immagini ad alta definizione per rendere più espressivi i messaggi.
Bot Sono degli account gestiti da un programma, che offrono molteplici funzionalità con risposte immediate e completamente automatizzate.
Instant article Articolo compatto visibile senza attese direttamente sul social.