Dal canto suo

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Una vita dedicata alla musica, ma il vero successo è arrivato solo quest’anno col Festival di Sanremo. Francesco Gabbani, in tour con il suo ultimo disco Eternamente ora, si racconta ai lettori di Nuovo Consumo
di Maria Antonietta Schiavina

Vincitore al Festival di Sanremo per le nuove proposte con la canzone Amen, toscano di Carrara, Francesco Gabbani è l’idolo delle giovanissime ma anche delle mamme che ha conquistato, oltre che per la sua bravura, anche per il modo di porsi, in un momento in cui gli eccessi sembrano sempre avere la meglio. Sulla strada della musica da ben 25 anni: «Ho incominciato a suonare la batteria a 8 anni, durante una festa organizzata dalle suore della mia scuola».

Ha esordito a 19 insieme a una band, per poi continuare il suo percorso da solista. «Vivevo il rapporto con la musica in maniera sfrenata, il tanto desiderato successo non arrivava e stavo pensando di lasciar perdere o almeno di prendermela con più calma, senza preoccuparmi delle vendite dei dischi o degli applausi».
E poi è arrivato il Festival di Sanremo 2016, non solo con la vittoria per le nuove proposte, ma anche con il Premio della critica “Mia Martini” e quello come miglior testo del Festival. Se lo aspettava un simile successo? «No. Per me era già un risultato essere arrivato a Sanremo. Un traguardo. Una ricompensa che ho accolto come il risultato di tanti sacrifici, di anni di attesa e della costanza nel percorrere una strada che sembrava non finire mai».
Quanto ha influito nella perseveranza il suo avvicinarsi alle filosofie orientali e zen? «Moltissimo. Mi ha aiutato a vedere la vita da un’altra angolazione. Ogni giorno, quando mi sveglio, ringrazio il cielo di esistere. Sono sparite le paure e mi sento molto più sereno».

Una serenità che non sembra avere la sua canzone Amen, interpretata da alcuni critici come messaggio politico. «Amen non è una canzone politica ma sociale: un invito a riconsiderare noi stessi come artefici del nostro destino senza aspettarci dalla vita quello che non possiamo avere».
Parliamo del disco Eternamente ora, uscito da poco. «È fatto di diversi testi impegnati, segno di una ricerca che ho fatto dentro me stesso, sulla società e sulla paura dell’essere umano, fino all’analisi del sentimento amoroso».
A proposito di amore. Come sta in fatto di sentimenti Francesco Gabbani? «Benissimo. Da 4 anni ho una compagna, Dalila, che mi capisce perfettamente ».
Dalila fa la tatuatrice e lei in un’intervista ha dichiarato che per rilassarsi dipinge quadri naïf. Dunque vi accomuna anche l’arte. «In un certo senso sì, anche se non è la sola cosa che ci lega».

Suo padre, oltre a essere un bravo e noto batterista, ha sempre gestito un negozio di strumenti musicali, dove anche lei ha lavorato a lungo. «Babbo mi ha inculcato la passione per la musica, appoggiandomi in ogni scelta».
E la mamma? «Lei non tanto. Avrebbe voluto che mi laureassi. Cosa che non ho fatto, deludendo le sue aspettative, perché dopo 2 anni di Dams, in concomitanza dell’uscita del mio primo disco, mi sono ritirato».
Dopo Sanremo si sarà ricreduta. «Ha visto che facevo sul serio e adesso è una delle mie più grandi fan».
Molti cantanti giovani, dopo la vittoria al Festival sono spariti. Lei, invece, sta continuando con successo e il suo tour sta registrando il tutto esaurito. Qual è il segreto? «Non ho nessuna ricetta a proposito, ma penso che l’importante sia seguire la propria strada con spontaneità, senza lasciarsi travolgere dagli eventi. Il mio sogno più grande si è avverato, però adesso sta anche a me farlo continuare, non dando nulla per scontato e soprattutto non deludendo il pubblico a cui devo gran parte di ciò che sono riuscito a realizzare».