Fino all’ultima goccia

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Le proprietà di frutta e verdura si estraggono a freddo grazie a macchine super efficienti. È questo il succo della questione.
di Roberto Minniti

Sono un’eredità americana, di quelle nate con il boom del salutismo, ma non ha faticato ad arrivare da noi. E concorre con le popolari centrifughe a conquistare lo spazio nelle nostre cucine e nei molti bar che offrono succhi fatti al momento. Stiamo parlando degli estrattori di succo. Dalla loro questi apparecchi hanno la capacità di estrarre da frutta e verdura a freddo, senza scaldare gli alimenti. Un guadagno a tutto vantaggio delle vitamine che sono molto sensibili alla temperatura e dunque rischiano di scomparire in presenza di calore.

Veniamo al succo

Rispetto alle centrifughe, poi, gli estrattori hanno la capacità di rendere di più: a parità di frutta o verdura inserita, spiegano test condotti da riviste indipendenti dei consumatori, hanno un’efficienza media di circa il 66 per cento, contro quella di circa il 58 per cento delle centrifughe. Che si scelga un modello a freddo e con basso numero di giri o uno che centrifuga, invece, il contenuto di sali minerali presenti nel succo sarà lo stesso, molto utile in questi periodi caldi per reintegrare le sostanze perse con la sudorazione. A deporre a sfavore degli estrattori è proprio la loro caratteristica peculiare: lavorando a basso numero di giri (fino a 60 al minuto, contro gli anche 18mila delle centrifughe) impiegano più tempo per produrre un succo. E dal punto di vista del sapore? I cultori di queste bevande naturali giurano che il succo ottenuto con un estrattore è più denso in quanto spremendo si mantengono di più le fibre (circa il 20 per cento).

Giri di ricognizione

Nella scelta d’acquisto si può partire proprio dal numero di giri promessi dalla macchina, promessi perché fatti a vuoto, ossia quando l’estrattore non incontra resistenza; con dentro frutta e verdura questo dato ovviamente diminuirà. Una differenza importante per la qualità dell’apparecchio che stiamo valutando è, invece, il tipo di coclea che utilizza (il meccanismo che sminuzza l’alimento in parti sempre più fini e consente l’estrazione). In commercio esistono modelli a coclea singola orizzontale o verticale e a doppia coclea. Tra i primi, quelli orizzontali, l’ideale sarebbe scegliere gli estrattori con filtro a due fasi, in grado di rendere un succo più limpido e con meno residui. Alcuni hanno tra gli accessori anche un filtro senza fori, utilizzabile per preparare sorbetti, ma anche salse per cucinare. Il lato debole di questi apparecchi si evidenzia quando devono lavorare con verdure a foglie che non riescono a essere adeguatamente spinte verso la coclea. Il problema si risolve facilmente unendo anche verdure o frutta più dura. La doppia coclea, infine, consente di estrarre più succo grazie a una spremitura più efficiente. Nell’esaminare la qualità dei filtri in dotazione è sempre meglio averne uno a maglie fini (per il classico succo di frutta) e uno a maglie grosse se si vogliono preparare marmellate e passate di pomodoro.

 

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