Illegittima difesa

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Tempi di insicurezza e paure. E la legge si adegua con la proposta di eliminare il reato di eccesso colposo in legittima difesa.
di Tito Cortese

C’era una volta a Roma un locale molto noto e frequentato in pieno centro storico. Quando si decideva di andarci, per un gelato o un aperitivo, si diceva “ci vediamo dall’assassino”. In questa cruda definizione c’era l’eco di un fattaccio che aveva fatto impressione in città: un ladruncolo, mentre tentava di rubare la radiolina dalla macchina di un avventore del locale, parcheggiata lì davanti, era stato ucciso dal figlio del titolare, sbucato pistola in pugno tra i tavolini al sole per tutelare i beni dei clienti. Quel vecchio episodio di cronaca nera mi è venuto alla mente quando ho letto di una proposta di legge d’iniziativa popolare, per la quale si sono raccolte un milione di firme, che prevede di eliminare il reato di eccesso colposo in legittima difesa “quando la condotta è diretta alla salvaguardia della propria o altrui incolumità o dei beni propri o altrui”.

È, si capisce, un’iniziativa in linea coi tempi, segnati prevalentemente dall’insicurezza e dalla paura. Tra l’altro, non è neppure tra le più fosche, in tema di uso delle armi: basti pensare che nelle stesse settimane un candidato alla presidenza degli Stati Uniti prometteva, certo di guadagnare dei voti, di abolire il divieto di entrare armati nei pochi luoghi in cui lì è ancora proibito, tra cui le chiese. Bene, fatte le debite distinzioni tra il signor Trump e i promotori della proposta di legge nostrana, non ho potuto non avvertire un senso di disagio nel leggere che un milione di italiani (ma verosimilmente sono molti di più) non considerino “eccesso colposo in legittima difesa” ammazzare qualcuno per la difesa non tanto della propria vita, o di quella di altri, ma “dei beni propri o altrui”.

Questa equiparazione dei “beni” alla “vita” proprio non mi riesce mandarla giù. La legge, sappiamo, si adegua al comune sentire, e dunque è probabilmente inevitabile che, sotto la spinta della paura sempre più diffusa, la definizione di legittima difesa si dilati in modo così abnorme per la nostra cultura: che non è – o si dovrebbe dire non era? – quella americana.

Ciò che a me sembra grave, non è la nuova legge che eventualmente ci sarà, ma proprio il comune sentire che di sicuro c’è già e che potrebbe portarci a considerare il “giustiziere” di un ladruncolo non già un assassino ma magari un eroe. Attenzione, quello che chiamiamo comune sentire non cambia dall’oggi al domani: ci vuole lo spazio di una o più generazioni per incidere nella coscienza collettiva, e oggi verifichiamo semplicemente i risultati di tre decenni almeno di ripiegamento culturale in questo nostro paese, all’insegna del “ciascuno per sé”. Se Donald Trump sa come attirare voti, da noi c’è chi si dà da fare per imitarlo, e non senza successo. È una brutta deriva, contrastarla non sarà facile.