Alcuni mesi fa molti risparmiatori, attratti dalla prospettiva di alti rendimenti, hanno perduto i loro soldi dopo averli impiegati nell’acquisto di obbligazioni subordinate (cioè meno sicure) emesse da 4 banche locali (Popolare Etruria, Marche, CariFerrara e CariChieti). Tuttavia, dal momento che “non esistono pasti gratis”, come dicono gli economisti, o che “nessuno regala niente!”, come diceva mia madre, si sarebbe potuto immaginare che i maggiori tassi d’interesse fossero dovuti proprio al rischio che il debitore non restituisse la somma ricevuta (quando si acquistano dei titoli si dovrebbe tenere conto anche del rischio di non poterli rivendere, in caso di necessità, prima della scadenza, e del rischio che vari il tasso di cambio, se i titoli sono in valuta estera). Bisogna ricordare, però, che molte persone non erano pienamente consapevoli del rischio che assumevano, soprattutto perché non avevano ricevuto informazioni chiare sulle diverse eventualità a cui andavano incontro. Inoltre, erano rassicurate dal fatto di acquistare titoli allo sportello della loro banca e dietro indicazione di impiegati che godevano della loro fiducia.
Pratica questa che da più parti s’invoca che venga vietata: sarebbe come se si andasse in farmacia a comprare un’aspirina e il nostro farmacista volesse convincerci che invece abbiamo bisogno di un antibiotico (che potrebbe farci male ma dalla cui vendita lui riceve un lauto profitto). Si trattava quindi di vere e proprie truffe, dalle quali è difficile difendersi. Così come è difficile difendersi da ricatti come quelli che sembrano essere avvenuti negli altri casi recenti della Banca Popolare di Vicenza e della Veneto Banca, dove spesso i prestiti venivano concessi solo se si accettava di reinvestire una parte delle somme ricevute nell’acquisto di azioni delle banche stesse.
Ma può essere utile comunque tenere presenti, fra gli altri, almeno 2 o 3 semplici consigli quando si acquistano titoli. Innanzitutto (cosa più facile a dirsi che a farsi, lo so) non firmare ciò che non si comprende fino in fondo e soffermarsi in particolare sulle parti più critiche che per legge devono essere poste in evidenza. Poi, come suggerisce anche il buon senso, “non mettere tutte le uova nello stesso paniere”, cioè non ignorare i rischi che si corrono impiegando tutti i propri risparmi nell’acquisto di un solo titolo o attività, anche se ci promette tassi più alti di quelli che si possono ottenere da altri impieghi. Infine, ma forse più importante di tutto il resto, domandarsi sempre il perché dei più alti rendimenti che ci vengono offerti.
*docente dipartimento di Economia e Management Università di Pisa