Uva inclusa

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Tante varietà e usi diversi, da includere in una sana alimentazione. Basta consumare l’uva nelle dosi giuste per evitare un eccesso di zuccheri.
di Ersilia Troiano

Da vino o da tavola, secca (la cosiddetta uvetta) o fresca. Bianca, rosata, rossa, nera. Tanti le varietà e gli utilizzi dell’uva, che da luglio fino a dicembre ci attrae dai banchi dell’ortofrutta con il suo aspetto caratteristico e il suo colore deciso. Cardinal, Regina, Thompson e Ruby seedless (senza semi) le varietà più diffuse (queste ultime 2 di importazione); l’uva Italia, dal chicco di grosse dimensioni, è invece la più pregiata tra le varietà nostrane e in assoluto la più apprezzata all’estero. Dal punto di vista nutrizionale, sull’uva se ne sentono davvero parecchie. Ricca di zuccheri semplici – ne apporta circa 16/18 grammi per 100 grammi, contenuto che varia a seconda del grado di maturazione e delle varietà –, c’è chi sostiene che non è indicata per chi è in sovrappeso, soffre di diabete o di disturbi del metabolismo del glucosio. C’è chi invece, proprio in virtù del contenuto significativo di zuccheri, la utilizza come unico alimento durante tutta la giornata (la cosiddetta “dieta dell’uva”), per perdere qualche chilo di troppo. Ma allora fa ingrassare o dimagrire? Come quasi sempre quando si parla di alimentazione, non è facile o possibile ricondurre la quasi totalità delle cose a una logica del “fa bene” o “fa male” oppure ad un secco sì o no. Di certo, le cosiddette diete a base di un solo alimento si commentano più o meno da sole, nel senso che è chiaro a tutti che non possano rappresentare una strategia per perdere peso e mantenersi in salute. Dunque, non fa dimagrire. Ma neanche ingrassare, però.

Uso e consumo

Sebbene il contenuto di zuccheri dell’uva sia sicuramente superiore a quello di altri frutti, non è infatti corretto bandirne il consumo, considerato anche che la sua stagionalità ci permette di goderne solo per alcuni mesi all’anno. È importante inquadrare la porzione di riferimento che, come per tutta la frutta, è pari a circa 150 grammi. La giusta dose, per non esagerare, visto che un chicco tira l’altro e che si rischia di consumarne davvero quantità eccessive. Una volta acquistata è meglio conservarla in frigorifero piuttosto che lasciarla a temperatura ambiente, riponendola in un sacchetto di carta oppure in un contenitore forato. Essendo uno dei pochi frutti che si mangia con la buccia, occorre lavarla bene, lasciandola in ammollo qualche minuto, e poi sciacquarla con abbondante acqua corrente; è consigliabile ripetere questa operazione varie volte.

Divieto di eccesso

Non solo zuccheri. L’uva, e in particolare la sua buccia, è ricca di pectine e cellulosa, fibre fondamentali per il corretto funzionamento intestinale e la regolazione del metabolismo. L’uva ed il suo succo contengono inoltre resveratrolo, una sostanza con una potente azione antiossidante. Resveratrolo presente anche nel vino, in quantità decisamente superiori rispetto al succo e all’uva fresca, essendo questa sostanza prevalentemente contenuta nella buccia e negli acini, che vengono macinati e fermentati insieme al succo per la sua produzione. Resveratrolo che però non giustifica il consumo di vino a fini cosiddetti salutistici. Se prima si diceva che il vino rosso fa salute, è ormai chiaro che “meno è meglio”; quando si tratta di alcol l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ribadito, infatti, che non esiste un limite sotto il quale può essere consumato senza rischio. Rischio che aumenta con l’aumentare delle quantità assunte, indipendentemente dalla fonte (vino, birra, superalcolici). I livelli d’assunzione di riferimento per la popolazione italiana (Larn, 2014) definiscono come “consumo a basso rischio” quello inferiore a 1 bicchiere di vino per le donne e 2 per gli uomini al giorno. No assoluto, invece, al vino (ma non all’uva) e a tutte le bevande alcoliche in generale, in gravidanza e allattamento, prima dei 18 anni o in caso di malattie del fegato, digestive e di tutte quelle condizioni che richiedano l’assunzione di farmaci.

Piccoli consigli
Insieme a mozzarella, ciliegie, olive, caramelle, würstel e altri alimenti, i chicchi di uva possono rappresentare un rischio per il soffocamento nei bambini perché, essendo lisci e ovali, si incastrano facilmente nelle vie aeree.
Niente paura però: basta tagliare ogni chicco in 4 pezzettini e il piccolo di famiglia potrà mangiare l’uva senza rischi.
Per la tranquillità di babbo e mamma