Srotolate i vostri tubi, se non l’avete già fatto. Il colpo di calore è dietro l’angolo e le nostre piante potrebbero risentirne... E già, srotolare il tubo, sembra facile. Se quello che avete appena tirato fuori dalla cantina ha subito i segni del tempo, vi troverete di fronte a un colabrodo che alla prima occasione spruzzerà acqua dappertutto, tranne che nella direzione che desiderate. Per non parlare di pieghe e strozzature che impediscono l’erogazione. O, ancora, dei raccordi che non tengono più e saltano come fossero tappi di champagne.
Per praticità
Potrebbe essere arrivato il momento dell’acquisto di un nuovo tubo da irrigazione. E qui vi troverete di fronte al dubbio: rivolgersi verso il prezzo più basso o investire qualcosa in più? La prima osservazione da fare è che i tubi non sono tutti uguali. La distinzione iniziale è sul materiale utilizzato: se è vero che tutti scelgono il poliestere/ pvc, non è detto che non ci si ritrovi in giardino o in balcone un accessorio che rilascia ftalati o metalli Giù per il tubo pesanti. Avere la certezza che il modello che stiamo scegliendo dia le necessarie garanzie in questo senso non è facile, non sono molti i marchi che specificano l’assenza di sostanze pericolose, ma chi lo fa offre la sicurezza di avere una fonte d’acqua utilizzabile, in caso di bisogno anche per uomo o animali. Sul versante resistenza e praticità, invece, i migliori tubi da giardino offrono due soluzioni: la struttura retinata e quella magliata. I tubi retinati assicurano una buona resistenza alle pressioni dell’acqua (anche quando divengono elevate a causa di accessori come le pistole a spruzzo), ma difficilmente aiutano a evitare nodi e difficoltà di srotolamento, i disagi tipici di questi prodotti. In sostanza all’interno della plastica sono avvolte, in senso opposto, due spirali, sempre in pvc. Più efficaci contro eventuali piegature sono le maglie, anche se, in generale sono meno resistenti alla pressione dell’acqua.
Attaccamento alla maglia
L’ideale per chi ha bisogno di tubi anche molto lunghi senza sacrificare la loro robustezza, è che alle maglie si aggiunga un rinforzo. È la caratteristica, per esempio, dei tubi Gardena che associano un’anima in carbonio, particolarmente resistente tanto alla pressione dell’acqua che alle deformazioni. Nella gamma ci sono tubi con caratteristiche differenti in base alle esigenze di chi li usa. Si parte dal Classic, per le esigenze più basilari del fai da te e si sale con i Flex e gli HighFlex della linea Comfort, fino ad arrivare alla linea Premium con i SuperFlex resistenti fino a 35 bar di pressione. Se in tutti i casi è assicurata stabilità della forma, flessibilità e capacità di non piegarsi né annodarsi, nei Comfort e nel Premium la casa prevede un profilo Power Grip, una superficie dentata che oltre a rendere più stabili i raccordi montati sul tubo, funziona come una slitta, aumentando la scorrevolezza del tubo e consentendogli di riavvolgersi più facilmente e ordinatamente. E se optassimo per un tubo a spirale che dopo l’uso ritorna – con un effetto a molla – in posizione senza bisogno di riavvolgerlo? Dato che questi modelli sono sottoposti a torsione che li mette a dura prova, la resistenza dei modelli più economici potrebbe essere molto limitata. In generale possono essere una scelta comoda solo se le aree da irrigare sono relativamente vicine (mai più di 10 metri lineari).
Tutto un programma
Un comodo impianto di irrigazione che regola il tempo e la quantità d’acqua. Per non avere il pensiero di innaffiare.
Per non imbracciare continuamente il tubo per innaffiare, la soluzione è una sola: un impianto di irrigazione che faccia tutto da sé, una volta montato e impostato l’orario, e se si riesce a costruirlo da soli non è neanche troppo costoso. Ecco come fare. Si inizia con la misurazione, con uno spago, del perimetro che dovrà coprire il tubo per raggiungere vasi e piante. Se è la comodità che vi spinge a realizzare un impianto non rinuncerete a una centralina. Ce ne sono di estremamente economiche che funzionano a batterie. L’importante è controllare che nei programmi preimpostati abbiano previsti anche brevi funzionamenti (pochi minuti). Per chi l’impianto di irrigazione già ce l’ha è arrivato il momento di controllare che funzioni e, se necessario, sostituire qualche accessorio o acquistarne di nuovi, e ce ne sono di interessanti. Sul balcone potrebbe essere il caso di mettere una batteria nuova nella centralina che regola i tempi e gli intervalli di erogazione dell’acqua, per non correre il rischio che l’irrigazione si arresti. Se, invece, la pressione dell’acqua è troppo forte, si può installare un regolatore di pressione tra il rubinetto e la centralina. Il controllo sui gocciolatori consiste nel verificare che non siano intasati dal calcare ed eventualmente ripulirli. Un attrezzino interessante è il sensore per la pioggia: si installa lungo il tubo di linea (ovviamente in posizione esposta alle intemperie) per evitare inutili sprechi d’acqua, perché arresta l’erogazione d’acqua se non è necessario innaffiare. In giardino sono utili i tubi porosi o forati: devono essere collegati a una presa d’acqua e, ovviamente, sono dotati di un tappo di chiusura a fine linea. Per prati di piccole dimensioni (sui 60 metri quadri), oltre a installare il classico irrigatore oscillare che copre una superficie rettangolare, si può provare con i nuovi irrigatori a farfalla o a getto, montati su robusti puntali, alti una ventina di centimetri. Erogano acqua a getto fisso o intermittente, regolabile in intensità e durata, coprono ampi cerchi di prato e possono essere spostati a piacere.