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13 Novembre 2017
Movimento, percorsi, frequenza cardiaca e quant’altro serve allo sportivo. Ecco i fitness tracker, misuratori dell’attività fisica da portare come un braccialetto.
di Roberto Minniti

Nella società del salutismo e della tecnologia è difficile resistere ai device che monitorano l’attività fisica individuale: si tratta dei cosiddetti fitness tracker, ovvero braccialetti, dotati di sensori, che comunicano via bluetooth con gli smartphone. Oggetto di questa comunicazione sono normalmente dati di tipo geodetico (posizione topografica e percorsi), posturale (posizione del corpo), cinematico (movimento fisico), fisiologico (frequenza cardiaca) ecc.

Tipi di polso
In genere si tratta di braccialetti elastici o con cinturino regolabile – se siete amanti degli anglicismi saprete che molte case produttrici li chiamano wristband –, sui quali è installata una parte estraibile, una specie di chiave usb, ancora una volta con display touch screen, almeno nel migliore dei casi.La loro utilità? Soprattutto motivazionale: il semplice fatto di avere al polso un apparecchio di questo genere, spiegano gli esperti, spinge a fare più sport. Il che non fa per nulla male in una società come la nostra che predilige stili di vita poco attivi. Prima di innamorarsi di un braccialetto di questo tipo, però, sarebbe il caso di verificare se è adatto allo sport che facciamo. Se siamo appassionati di nuoto, per esempio, sarà bene controllarne la certificazione IP (International protection marking). È una sigla seguita da un numero a doppia cifra: la prima indica la protezione per la polvere (e le piccole particelle solide e il massimo offerto è 6) il secondo numero è invece quello che testimonia il comportamento del dispositivo nei confronti dell’acqua. Per chi intende usare il braccialetto in piscina l’ideale è 8, ossia resistenza anche in caso d’immersione (generalmente fino a 3 metri di profondità).

Qualcosa di personal
Alcuni modelli poi sono in grado di misurare e tradurre in energia consumata e calorie i gradini saliti, altri ancora misurano le ore di sonno, la dieta che si segue... Insomma ci seguono come un vero personal trainer. Ovviamente ogni braccialetto è progettato per dialogare con un sistema operativo. L’acquisto, dunque, deve tenere conto dello smartphone che si possiede e se “parlano” con Android, iOS o Windows. Il loro limite maggiore? La precisione dei rilevamenti: dal punto di vista “antropometrico”, statura e peso dello sportivo, benché dati fondamentali, non sono sufficienti per definire l’esatto profilo dell’utente: quanto brucia dipende anche da parametri organici più complessi e dal tipo di percorso che compie. Tanto per capirci, salite o scale in ascesa sono decisamente più dispendiose di un percorso in piano. Ma questo i fitness tracker non sono in grado di rivelarlo.

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