Gotta e risposta

  Aggiungi ai preferiti
21 Marzo 2017
Quel dolore e quel gonfiore alle articolazioni dovuti all’eccessiva presenza di acido urico nel sangue. La più frequente artropatia infiammatoria si chiama gotta.
di Barbara Bernardini

I dolori articolari sono molto comuni. In genere con qualche antidolorifico e un po’ di pazienza si riparte, salvo poi fermarsi di nuovo con quel dolore che sembrava sconfitto e che invece ritorna. Anzi compare all’improvviso, spesso di notte, spesso dopo un pasto abbondante o ricco di alcolici, finché la situazione precipita con la comparsa di veri e propri “bozzi” sulle articolazioni, specialmente le dita della mano o del piede.

Articolazione del discorso
«Questi “bozzi” possono essere i cosiddetti tofi – spiega Roberto Gorla, specialista in malattie reumatiche infiammatorie e autoimmuni presso gli Ospedali Riuniti di Brescia –. I tofi sono provocati dall’accumulo di una grande quantità di acido urico, sotto forma di cristalli di urato monosodico, una sostanza poco solubile che si accumula nei fluidi corporei e in alcune situazioni precipita provocando il gonfiore e il dolore articolare ». Non è quindi la generica infiammazione la causa di quel dolore e di quel gonfiore specifico e, se gli antinfiammatori possono consentire di superare la fase di dolore acuto, in nessun caso possono da soli risolvere il problema, perché quello di cui stiamo parlando è l’iperuricemia, cioè l’eccessiva presenza di acido urico nel sangue che può causare una malattia di nome gotta. «È la più frequente artropatia infiammatoria nell’uomo – riprende Gorla –: i maschi sono colpiti in misura maggiore delle donne con un rapporto di 5 a 1. Non sempre, in ogni caso, l’iperuricemia causa la gotta – precisa Gorla –: la formazione di tofi è già sintomo di una patologia avanzata, che sarebbe facile da diagnosticare dato che una semplice analisi può misurare il livello (alto) di acido urico circolante nel sangue, sebbene alcuni pazienti possano presentare livelli di acido urico normale pur avendo la gotta. Il dolore colpisce spesso l’articolazione dell’alluce, ma anche l’arco plantare, la caviglia, il ginocchio e il polso. «I primi rari attacchi generalmente colpiscono una singola articolazione e durano solo diversi giorni – afferma Gorla –, ma quelli successivi, se non trattati, possono colpire diverse articolazioni simultaneamente e durare settimane. Gli intervalli asintomatici tra gli attacchi acuti di artrite gottosa variano, ma tendono a essere più brevi col progredire della malattia».

Carattere acido
Ma che cosa sono gli acidi urici? Si tratta di una sostanza la cui concentrazione nel sangue è determinata da due fattori principali, la predisposizione genetica e l’alimentazione. «Non sempre l’iperuricemia è colpa di un comportamento alimentare sbagliato del paziente – sottolinea il professore –. L’acido urico è, infatti, il prodotto terminale della gradazione delle cosiddette purine. Queste sostanze altro non sono che alcune delle componenti principali del dna, il materiale genetico presente in ogni cellula animale o vegetale. Dato che il nostro organismo è composto da miliardi di cellule che vengono continuamente rinnovate, gran parte delle purine proviene dalla sintesi endogena, mentre solo una piccola percentuale deriva dagli alimenti introdotti con la dieta. Se le analisi mostrano un livello troppo elevato di acido urico le ragioni possono essere due – chiarisce Gorla –: o se ne produce troppo o se ne elimina troppo poco attraverso i reni. Di fatto, la causa dell’iperuricemia è rappresentata, nel 90% dei casi, da ridotta escrezione renale». L’acido urico circola nel sangue in parte libero e in parte legato a proteine di trasporto. Quando l’acido urico è alto, questa sostanza, già di per sé poco solubile, tende a precipitare in forma microcristallina, specialmente in condizioni di basso pH e di bassa temperatura.

 

Con tutte le cure
Per questo gli attacchi notturni sono frequenti, perché «durante il sonno si verificano le condizioni ideali alla precipitazione sotto forma cristallina dell’acido urico: raffreddamento delle estremità e acidosi respiratoria», afferma Gorla. Per di più, nelle patologie in cui si abbassa il ph delle urine, come il diabete o in presenza di dieta iperpro-teica, l’acido urico può cristallizzare nei reni dando origine a calcoli renali. «La terapia attuale permette alla maggior parte dei pazienti di vivere una vita normale – rassicura l’esperto –. Nei pazienti con malattia avanzata i tofi possono essere eliminati, la funzione articolare migliorata e la nefropatia può essere arrestata, ma sono necessari alcuni cambiamenti nello stile di vita. Sebbene l’uricemia non dipenda esclusivamente dall’apporto esogeno di purine, una dieta opportuna, ipocalorica e a basso contenuto di purine è ritenuta necessaria». In questo contesto è importante prevenire o contrastare l’obesità, bere molta acqua ed eseguire esercizio muscolare aerobico quotidiano. La solita vecchia ricetta, ma sempre valida per la prevenzione di molte malattie del metabolismo.

 

Potrebbe interessarti anche