Rendere l’idea

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9 Dicembre 2023
La qualità e l’etica unite alla convenienza, la convenienza declinata in modi diversi, come argine alle disuguaglianze. Piero Canova, direttore generale, e Marco Lami, presidente di Unicoop Tirreno, riflettono sull’antica idea “Coop”, attuale in questi tempi grami.

Articolo pubblicato su NuovoConsumo del mese di dicembre 2023

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di Rita Nannelli

La storia ha cambiato verso, lo straordinario diventa ordinario. «Da qualche anno viviamo in una congiuntura storica nuova, nella quale s’intrecciano vari fattori più o meno inediti che, insieme, hanno segnato per le persone e le società una vera e propria svolta. E come Unicoop Tirreno dobbiamo fare tutto quello che serve per essere vicini ai soci, ai clienti, ai dipendenti, per dare loro una mano ad affrontare i problemi della vita quotidiana, per molti diventata una lotta.

Tutto ciò che serve sul piano dei costi, delle relazioni tra Cooperative, tenute insieme da forti valori condivisi, ricercando le giuste alleanze, puntando sulla convenienza senza fare compressi su etica, qualità e sicurezza dei prodotti. In momenti come questo, in cui stipendi e pensioni sono corrosi da bollette e costi dei servizi e le persone sono costrette a sacrifici e rinunce, viene fuori il vero senso dell’impresa cooperativa. Per questo bisogna sempre fare di più e meglio», dichiara Marco Lami, presidente di Unicoop Tirreno, a conclusione di una recente Consulta delle Presidenze delle Sezioni soci, con una riflessione e un appello che vanno oltre l’oggi.

Davanti alle difficoltà

Intanto si avvicina il Natale dei tempi grami, l’ennesimo. «Siamo coscienti delle difficoltà e dell’incertezza in cui si dibattono le famiglie italiane, che ne condizionano le scelte negli acquisti, la gestione della spesa quotidiana – dati Nielsen ci dicono che cala il numero di prodotti nel carrello (-7,9%); che si va più spesso a fare la spesa (+4,8%) e che, per risparmiare, le famiglie tendono a frequentare diversi punti vendita (6,1), ndr –. Queste difficoltà non saranno di breve durata. Quindi abbiamo rafforzato, e continueremo a rafforzarlo, il nostro posizionamento sul fronte della convenienza, cioè il nostro profilo di Cooperativa che difende il suo bilancio per essere competitiva, ma che difende insieme dipendenti, consumatori, soci, società, ambiente», Piero Canova, direttore generale di Unicoop Tirreno, spiega così l’operato e gli obiettivi della Cooperativa.

Partiamo da quanto fatto? «Sono davvero tante le iniziative per dare un contributo al contenimento dell’inflazione, soprattutto sui generi di largo consumo che rappresentano il grosso della spesa delle famiglie. Ricordo le più recenti: dal blocco dei prezzi su oltre 1.000 prodotti a marchio a 200 ribassati del 10% fino a gli Spesotti. Si tratta di circa 300 prodotti per 75 categorie, semplici, che garantiscono il massimo risparmio, ma con la qualità e la sicurezza certificate da Coop, dall’assenza di coloranti e olio di palma alle uova da galline allevate a terra. Nel corso del prossimo anno ne completeremo l’assortimento, confortati dal loro immediato gradimento da parte di soci e clienti appena sono apparsi sugli scaffali, a ottobre», risponde Canova. E, infatti, nei mesi autunnali, durante il Trimestre anti-inflazionale, le vendite nei negozi di Unicoop Tirreno in Toscana, Lazio e Umbria continuano a crescere.

Condizioni convenienti

Così Unicoop Tirreno ha fatto un tratto di strada insieme alla campagna governativa del “carrello tricolore” «ma – come precisa Lami – il nostro è un impegno più ampio e viene da lontano. Per renderlo tangibile negli ultimi 2 anni, più segnatamente che mai, si è puntato sul nostro marchio, rinnovando e arricchendo l’offerta così da arrivare a 5mila nuovi prodotti Coop (con 250 fornitori in più) e con l’obiettivo che il 50% della spesa sia costituito, in un prossimo futuro, da loro. Perché, non mi stancherò mai di ripeterlo, garantiscono la qualità, l’etica, la sicurezza abbinate alla convenienza. Come sanno bene i soci di Unicoop Tirreno in cui la quota di prodotto a marchio nel carrello tocca già ora oltre il 35%».

Peculiarità e successo che trova riscontro nel Rapporto Coop 2023 sui consumi e gli stili di vita degli italiani: il 60% delle persone dichiarava che avrebbe comprato sempre più prodotti della cosiddetta marca del distributore. Dunque è logico pensare che la Cooperativa proseguirà in questa direzione anche nel 2024. Conferma Canova: «svilupperemo iniziative, con al centro il prodotto Coop, all’altezza di una situazione che, come dicevo, presenta diverse linee d’ombra. Posso dire che offriremo un carrello di prodotti di prima necessità a prezzi molto contenuti. La convenienza sarà il risultato di diversi segmenti di offerta: prodotti Coop a prezzi ribassati, i bassissimi, cioè prodotti industriali e freschissimi con prezzi bassi tutto l’anno, e il nuovo brand Coop gli Spesotti.

Quanto alla varietà dell’assortimento Coop, quest’anno sono state arricchite 40 categorie di prodotti industriali e 3 dell’ortofrutta, raggiungendo un totale di oltre 3.300. Un progetto di rinnovamento che si completerà nel 2024, coinvolgendo altre 37 categorie (di cui 11 nel reparto gastronomia). Inoltre i prodotti già rinnovati sono oggetto, e lo saranno anche l’anno prossimo, di una costante “manutenzione” – puntualizza Canova –, con analisi dei risultati, del gradimento, dei difetti riscontrati perché soddisfino sempre meglio aspettative e gusti di soci e clienti».

Antico e moderno

Un invito per l’anno che verrà, che coinvolge Unicoop Tirreno e tutto il mondo della Cooperazione, arriva dal presidente Lami: «Dove siamo forti dobbiamo esserlo ancora di più, dove non lo siamo diventarlo. Ma per farlo dobbiamo ricercare una sempre nuova “stabilità” in un contesto dove gli equilibri naturali, col cambiamento climatico, e gli equilibri geopolitici, tra guerre e terrorismo, si sono rotti. Un equilibrio tra noi e il contesto esterno, consapevoli che non si tornerà nel 2024 e negli anni avvenire alla normalità, come l’abbiamo sempre intesa. Di fronte a scenari sempre mutevoli dobbiamo fare appello e valorizzare le nostre risorse: i soci, i soci attivi, i dipendenti, colonne portanti dell’impresa cooperativa».

È questo ciò che ne definisce il senso proprio e specifico, riflettendo sul quale Lami conclude: «il nostro compito è verificare sempre la corrispondenza tra la nostra immagine e la nostra identità, consolidando questa, aggiornando l’altra».

Tutto è cominciato nel 1854 a Torino, con il “magazzino di previdenza”, uno spaccio fondato grazie al capitale sottoscritto dai soci per assicurare viveri a tutti. Come quell’emblematico sacco di farina che pesava realmente quanto dichiarato – fatto inedito all’epoca – e che costava il giusto prezzo. C’è una formula che fa da filo rosso per questa lunga storia di Coop: un’impresa fatta di persone e non di capitali. Concetto antico e modernissimo.