Senso unico

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Che differenza c’è tra un piatto unico e un piatto elaborato? Tutto sta nell’equilibrio degli ingredienti e dei nutrienti fondamentali
di Ersilia Troiano

Dal couscous nordafricano al thali indiano, dalla pita gyros greca ai falafel mediorientali. Si potrebbe fare il giro del mondo attraverso i piatti unici che da sempre rappresentano e raccontano la storia e la cultura dei popoli, attraverso modalità di consumo, abitudini e tradizioni spesso uniche e affascinanti. In Italia il più tipico piatto unico della tradizione culinaria sono le minestre di legumi e cereali. La classica pasta e fagioli ha, infatti, nutrito le tradizioni contadine per secoli, un’alimentazione povera ma equilibrata e rispettosa della natura.

In equilibrio
Da un punto di vista strettamente nutrizionale, un piatto unico che si rispetti ha la particolarità di prevedere in un’unica preparazione tutti, o quasi, i macronutrienti che dovrebbero essere assunti a ogni pasto: le proteine vegetali dei legumi o quelle animali della carne, del pesce, delle uova, dei formaggi e degli altri derivati del latte, i carboidrati dei cereali e dei loro derivati come pane, pasta, riso, farro, orzo,i grassi dei condimenti e le fibre delle verdure e, ancora, dei legumi. Sebbene non esista una proporzione precisa tra gli ingredienti, il piatto unico dovrebbe essere costituito per circa la metà dai cereali e per l’altra dalle fonti proteiche e dai condimenti in proporzione più o meno uguale, con un’attenzione particolare alle fibre vegetali che non devono mai mancare. La caratteristica fondamentale che distingue il piatto unico da un piatto elaborato è, infatti, l’equilibrio degli ingredienti e, di conseguenza, dei nutrienti. Per intenderci: una buona minestra di pasta o riso con legumi, una zuppa di fagioli con crostini di pane e scarole o spinaci o, ancora, la polenta con i funghi o con un sugo di carne, un’insalata di riso o pasta rappresentano classici esempi di piatti unici che non hanno bisogno di un secondo e che possono essere accompagnati dalla frutta.

Pasto completo
Altri esempi la pasta o il riso con pesce o carne e verdure come la paella, il riso alla cantonese, le focacce con verdure, le crêpes con ricotta e verdure. Anche la pasta o il riso conditi con sughi di pesce e carne seguiti da una insalata di verdure miste o un contorno di ver-dure cotte possono essere considerate un esempio di piatto equilibrato, anche se non propriamente unico. Lasagne, paste e pizze farcite, pasticci e timballi sono, invece, piatti elaborati, perché poveri di alcuni alimenti (come la verdura e i legumi, ad esempio) e ricchi di altri, come i condimenti o le fonti proteiche animali. Le parole d’ordine quando si parla di piatti unici sono dunque equilibrio e sobrietà. L’errore più comune che si compie a tavola è quello di non considerare alcuni piatti come unici e accompagnarli con secondi e contorni spesso molto ricchi. Classico l’esempio delle insalatone, con troppe fonti proteiche animali (formaggi, tonno, prosciutto, ecc.) oppure, soprattutto nei bambini, lo scarso consumo di pasta e legumi a favore di primi piatti spesso monotoni, come pasta o riso in bianco o al sugo, accompagnati da secondi piatti troppo abbondanti in termini di porzioni di riferimento per età.

Un abbinamento perfetto
Piatto unico promosso, dunque, a tutte le età? Decisamente sì. Il piatto unico non è solo un modo per velocizzare il consumo del pasto fuori casa o quando si ha poco tempo per cucinare, ma rappresenta una buona soluzione per comporre un pasto equilibrato e bilanciato anche a casa. Può inoltre rappresentare un piccolo trucco quando, soprattutto in bambini e anziani, l’appetito è poco e quindi con un solo piatto si riesce a garantire tutti i nutrienti fondamentali. Una precisazione tuttavia è d’obbligo: la scelta e l’abbinamento degli alimenti in un’ottica di armonica compensazione devono caratterizzare sì ogni pasto, ma il concetto di adeguatezza della dieta – in termini di rispondenza alle linee guida per una sana alimentazione e ai fabbisogni di macro e micronutrienti per classi di età definiti dai Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia per la popolazione (Larn, 2014) – va sempre inteso in un’ottica ampia di equilibrio nutrizionale dell’intera giornata alimentare, nonché dell’alimentazione intesa nella sua globalità. Ed è quella che va ricercata, con armonia e consapevolezza, per costruire giorno dopo giorno uno stile di vita adeguato che ci accompagni lungo la strada della salute.

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